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Interviste

Intervista ai BORIS

Torna il ciclo di interviste “made in Japan”. Questa volta tocca ai Boris passare sotto i nostri attenti riflettori. Un piccolo grande viaggio dagli anni 90 fino ad oggi.

A cura di Fabio La Donna.

Boris è una canzone dei Melvins presa da Bullhead. Boris è un gruppo musicale dove dietro ci son i volti di Takeshi, Wata e Atsuo. Boris è uno dei progetti più interessanti degli anni 90. Il sound partito da un punto ben preciso si evoluto col tempo in modo sempre più inaspettato. Vuoi aggiungere qualcosa alla nostra presentazione?
Atsuo (A):  I nostri lavoro sono una sorta di documentario “ripresi” dai membri del gruppo e riguardano principalmente fatti che avvengono al mondo, situazioni personali e cose che accadono durante la nostra vita quotidiana. Ovviamente il tutto con un punto di vista che spesso influenza ogni volta lo stile musicale in modo diverso. In questi documentari si possono trovare tantissime emozioni e sentimenti compresi i nostri desideri, la speranza, la verità e la menzogna…un po’ come i documentari ed i film nel senso più stretto del termine. Ricordatevi che la nostra vita cambia sempre e può capitare in ogni momento. Il cambiamento è inevitabile e necessario.

Merzbow e Michio Kurihara sono solo alcuni dei grandi nomi con cui avete collaborato. Come vi sentite nel realizzare tali collaborazioni?
A: Direi molto bene. Iniziamo da Michio: a forza di lavorarci assieme lo si può quasi considerare un membro dei Boris. Provate ad immaginare i Boris come una stramba vasca piena di pesci. Ogni membro o collaboratore nuota dentro verso una direzione particolare. Michio è un pesce che nuota liberamente, sempre e comunque. A volte, però, rischia quasi di saltare troppo e finire fuori. Ora tocca a Merzbow: ogni volta che collaboriamo con lui il nostro sound diventa più essenziale e sintetico. Lui ci ricorda sempre la differenza tra la musica e la gestione dei suoni, quasi a volerci donare un nuovo livello di coscienza.

“Soundtrack from film –Mabuta No Ura-“  è un album uscito nel 2005 per la “Essence”. Come è nata l’idea di creare una colonna sonora per un film mai girato?
A:Questo lavoro è la colonna sonora per un film mai esistito. O forse il film esiste veramente. Si può intendere come la soundtrack che immaginiamo parli della vita personale e pubblica di ogni nostro ascoltatore e fans. Il senso del progetto è stato quello di produrre un disco che ognuno di voi può fare proprio e leggerlo nel modo che più preferisce. Tutto questo si collega al concetto di documentario musicale in riferimento con la tua prima domanda.

Alla fine del 2010 è uscito un dvd con un vostro concerto in terra giapponese. Come si è scelto di riprendere proprio quel concerto in particolare?
A:  Le nostre ultime canzoni sono state registrate da una formazione differente rispetto a quella con cui ci esibiamo. Questo perché c’è una certa differenza tra suonare\registrare in studio e suonare dal vivo.  Durante uno dei nostri tour, precisamente nella data che fai tu riferimento abbiamo notato come il sound risultava “diverso”. Inoltre c’erano nuove sorgenti che si innestavano a caso come il nostro pubblico, i cori dei fans, i loro ritmi e le nostre nuove idee. Osservando tutto ciò abbiamo deciso di documentare questa esibizione.

Lo scorso 4 e 5 luglio avete suonato in Italia cone i Russian Circle e svariati altri gruppi. Com’è stata come esperienza?
Inizio col dire che è stata davvero una giornata rovente. Nonostante ciò c’è stato un pubblico davvero numeroso e ne siamo stati estasiati. Davvero una bella esperienza. Non mi immaginavo di vedere tutta quella gente tatuata, di solito è prerogativa di certi paesi, come il Giappone. Parlando del tour, che ovviamente non è finito, fare ancora qualche data molto spettacolare in Giappone per poi imbarcarci per il tour americano che durerà la bellezza di 6 settimane.

New Album, Attention Please and Heavy Rock ovvero i vostri ultimi lavoro hanno un stile molto diverso tra di loro. A mio avviso sono tutti molto belli e la cosa che affascina e il trovare una certa linea guida di fondo nonostante gli stili differenti. Cosa ne pensi?
A: Esattamente. Ci hai visto giusto. Noi li consideriamo tutti molto diversi anche con il marchio di fabbrica Boris che ci ha sempre contradistinto. Cerchiamo sempre di fare qualcosa di nuovo e diverso ma inconsapevolmente a volte mettiamo qualche elmento che ormai è nostro come certe atmosfere o qualche suono in particolare. Forse è questa l’originalità dei Boris. E quando ci sentiamo poco originali abneghiamo la nostra originalità per trovare qualcosa di nuovo.

Sono passati tanti anni dai primi lavoro come Absolutego…oltre al sound c’è altro che è cambiato da alora?
A: Si sta cercando di creare una coscienza e la convinzione di essere più neutrali possibili nei confronti della musica e della raccolta di suoni. Anche questo è tutto un concetto in evoluzioni.

L’intervista è finita. Vuoi  aggiungere qualcosa o fare un ultimo saluto?
A:  Si si ho una cosa da aggiungere: perchè voi italiani avete merendine e biscotti a colazione? Per noi giapponesi  è un vero mistero. Vorrei prendermi un gustoso caffè espresso molto presto. Grazie di tutto, ciao!

[Un sentito ringraziamento ad Atsuo per averci risposto tra un tour e l’altro, a Marc Jetton (Sargent House) per la sua professionalità e a Tadashi(loro general manager nonché parte integrante della Daymare records) per il ruolo di tramite.]

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