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Interviste

Intervista a EDDA

Ore 16.30, eravamo in Santeria a Milano, con un sole piacevole, ad aspettare che arrivasse lui, Stefano Rampoldi, per tutti Edda.
Così sono entrata nella saletta dove il cantautore avrebbe presentato il videoclip del brano ”Odio i vivi” e l’omonimo album.
Il tutto è cominciato con la proiezione del videoclip, un tuffo in un mare placido con una grande protagonista, la pornostar Manuela Falorni, in arte ”Venere Bianca”, che si racconta sulle note dell’artista.
Come al solito lui intrattiene tutti, con la sua ironia sincera, un po’ inconsapevole e sempre intelligente; poi prende la chitarra elettrica in mano e comincia a suonare,  passando da Odio i vivi a Emma  e concludendo con un omaggio al primo disco da solista Semper biot, cantando l’innamorato.
Finita la presentazione, ci siamo rincontrati fuori, nella cornice di un giardino, con una birra in mano, cominciando l’intervista quasi come fosse più una chiacchierata tra amici che qualcosa di formale.

A cura di Greta Ruta.

Allora Stefano è il tuo secondo disco da solista, eppure dici sempre che non vuoi far più dischi: come mai invece ci troviamo qui alla presentazione del tuo secondo?
Questo non l’ho ancora capito! Forse perché faccio una vita che per certi aspetti non mi piace e non mi fa essere del tutto felice, invece suonare è un momento di felicità o illusione di essa e rinunciare a questo non potrei mai, forse questa sarà anche un’illusione, però ti da qualcosa. Lavoro 6 giorni alla settimana, questo mi permette di pagare le bollette, ma più di questo è importante soprattutto essere felici e la musica mi rende tale.

Spiegaci le due dimensioni opposte del primo disco Semper Biot (fortemente acustico) e di questo secondo invece, nel quale sei ricorso all’elettricità della Telecaster .
Ho comprato l’elettrica perché sono ritornato alle mie origini, provenendo da un gruppo rock ( i Ritmo Tribale ). Il primo disco è stato fatto così perché avendo tante paure sul mio ritorno, la chitarra acustica era lo strumento più semplice da utilizzare, come se avessi voluto ricominciare tutto; ma ora l’appetito vien mangiando e nel secondo disco volevo utilizzare l’elettrica, anche perché ormai utilizzavo quella in tutti i miei live e soprattutto perché si sposava con l’idea che aveva Taketo dei suoni finali che avrebbero acquisito i brani.

Hai citato appunto Taketo Gohara, come è nato il rapporto con lui?
È stato un momento di fortuna karmica. Lui ha scelto me, ho avuto la fortuna di averlo nel mio primo disco e dopo ha voluto lavorare anche nel secondo. All’inizio lui mi ha parlato subito delle sue idee, della sua intenzione di unire la mia musica assieme all’orchestra, spaventandomi, dato che avevo paura dell’effetto finale che ne sarebbe nato e allora mi sono guardato intorno ad altre possibilità, però poi la sua idea mi convinceva sempre di più e anche se mi spaventava sono stato contento di averlo ascoltato e seguito.

Dici sempre ” non mi sento nè famoso nè bravo”: non pensi però che se uno come Taketo ha scelto te vuol dire che ti sbagli ?
Io, sul serio, non credo di essere nè  famoso nè bravo, se l’avessi pensato, forse mi sarei gestito la vita in un altra maniera, se credessi di valere qualcosa mi impegnerei di più. Non è così facile riuscire a vivere e sostentarsi con la musica e se ci riesci vuol dire che ci hai creduto veramente.

Molti critici ti ritengono un’artista incosciente, è vero secondo te?
Sì, forse è veramente così. Stasera cantavo e mi piaceva, mi bastava quello, ho una voce strana lo so, ma spero di riuscire a  trasmettere qualcosa quando canto.

Come mai hai scelto di dare alla maggior parte delle nuove canzoni il nome di una donna?
Perché con le donne ho sempre avuto un rapporto strano, soprattutto per il sesso, che è una contraddizione che vivo fortemente, qualcosa legato alla disperazione,un tratto della mia vita molto forte.

E qual è il rapporto che intrattieni con il ricordo di queste donne?
Loro mi disprezzano tutte, ma forse è giusto che sia così.

Pensi che la musica e la tua vita oggi siano di nuovo strettamente connaturate?
Sicuramente si! La mia musica nasce da me, da quello che vivo e da quello che ho vissuto e così  cerco di trasmetterlo nella musica.

La presenza di Manuela ( la Venere Bianca ) nel video è stata richiesta da te ?
No, da Fabio Capalbo, il regista del video, ma sono stato contentissimo della sua scelta;  mi piacciono le persone e volevo raccontare una storia, quella di Manuela è stupenda e mi piace il suo rapporto sincero con il sesso.

Un’ultima domanda: perché Odi i vivi ?
Li odio perché muoiono, per la separazione da essi. Vedo la vita come illusione e non mi piace vivere di questa illusione. A 20 anni ho conosciuto gli Hare Krishna e quindi ho paura della vita e vedo la morte come una liberazione.

E allora non mi resta altro da fare che salutare Stefano, promettergli di essere al suo prossimo concerto e tornare a casa con la voglia impellente di ascoltare di nuovo il suo disco.
Grazie a Edda per la sua disponibilità e per la sua ironica umanità che ha colpito tutti dritto al cuore!

a cura di Greta Ruta

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=HdCZGo-Vk04[/youtube]

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