Sébastien Tellier – My God Is Blue

“My God is Blue” è un album in perfetta armonia Record Makers. E ascoltando l’ultimo lavoro degli Air “Le Voyage Dans La Lune” si possono proprio notare le affinità, i punti in comune e la continuità stilistica.

Dio c’è, verrebbe da dire. La religiosità è trasformata in musica e si percepisce in un lavoro che a tratti è quasi epico, una soundtrack da colossal. Musica classica, richiami agli anni ’80 (“Yes, It’s Possible”, le stesse ritmiche, lo stesso identico sound), un omaggio velato ai primi Depeche Mode e assenza di punti di riferimento anche all’interno dello stesso brano. In Sébastien Tellier trovate molta ironia (vi consiglio di dare uno sguardo ai suoi videoclip) oltre a quel senso di ‘musica da film’ (non a caso compositore di colonne sonore e spot pubblicitari) che caratterizza tutta la sua discografia. Poliedrico, come quando all’improvviso spunta fuori “Cochon Ville”, chiaramente un omaggio alla disco o “Russian Attractions” che strizza l’occhio alle sonorità attuali e forse l’unico brano che potrebbe avere un mercato internazionale.  “My God is Blue” non è un album per le masse, siamo di fronte ad un lavoro raffinato senza una collocazione discografica precisa, Sébastien Tellier fa quello che gli pare senza alcun problema di fondo.

Personalmente mi aspettavo di più considerando che su dodici tracce ce ne sono un paio (per essere buoni) decisamente discutibili, ed è un peccato riflettendo sulle potenzialità. Come è un peccato non avere neanche un brano “simbolo” fuori dal coro da segnalare. Un album cupo, oscuro, la colonna sonora di Blade Runner trent’anni dopo. Trent’anni dopo… appunto.

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