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Bohémien, Tougsbozuka, Plasma Expander, Nubilum, Solquest : Viaggio al termine della notte #18

“La vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte”

Questa è una delle frasi più celebri del romanzo Viaggio al termine della notte, scritto da Louis-Ferdinand Céline nel 1932.
A volte, non è solo la vita a perdersi in qualche frammento della notte, ma anche la musica. Con l’avanzamento dell’era tecnologica, la quantità di uscite musicali è aumentata notevolmente, portando tutti i vantaggi e svantaggi del caso. Uno dei principali svantaggi è proprio quello di perdere tante piccole perle musicali nella notte della rete. La rubrica è quindi una riscoperta di tutto quello che nei giorni o mesi passati, non ha trovato spazio tra le pagine di Impatto Sonoro e che vi viene proposto come il biglietto per un lungo viaggio musicale. In ogni uscita parleremo di cinque tappe che riscopriamo assieme a voi. Non vi resta che partire e ricordarvi che la cocaina non è che un passatempo per capistazione.

A cura di Fabio La Donna.

Bohémien – Bohémien (Rbl, 2012 – New Wave/Post Punk)

Questo numero si apre alla grande con il nuovo album dei Bohémien che sono tornati in vita con tanto nuovo materiale a partire dagli anni zero. Il gruppo si propone con il suo intrigante stile e anche questa volta ci troviamo dinnanzi a un lungo viaggio condito di new/dark wave e rimandi all’universo post punk, fresco e genuino, cosa che in un genere come questo è sempre più raro percepire. Bohémien è suonato in modo energetico, con stile e con il cuore di chi ha sempre qualcosa da dire senza perdersi in troppi giri di parole. Un disco diretto quanto complesso che affascina e ammalia. Altro fattore di positivo riscontro è l’intensità febbrile che si respira in tutta l’ora d’ascolto: le parti più oscure e sofferenti sono vibranti come il sottosuolo, mentre in ogni canzone si percepisce un dolce filo di luce che da tensione e alimenta la parte più ritmica della composizione. Giochi pirotecnici che si alternano in tutte e tredici le canzoni con, lo voglio ripetere, stile e testa: è una gioia per la mente trovarsi davanti un prodotto per niente pacchiano poiché quando si punta dritto al cuore bisogna essere diretti e avere voglia di lanciarsi a capo chino. Altro strike ad opera dei Bohémien che oltre ad essere apprezzati sul versante disco vanno anche conosciuti meglio sul fronte del palco.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=jbxFEzGeRZs[/youtube]

Tougsbozuka – Tougsbozuka (Musica Per Organi Caldi, 2012 – Noise/Sperimentale)

La bomba sonora di questo mese è rappresentata dal primo disco dei Tougsbozuka che esce per la sempre intraprendente etichetta Musica Per Organi Caldi. Trio composto da due bassi e una batteria dedito alle sperimentazioni strumentali-noise e al caos primordiale. Una gioiosa orgia sonora dove questi scatenati ragazzi creano tappeti sonori di distinta qualità e li proiettano in orbita ad una velocità ipersonica; pioggia di meteoriti che mentre cadono invadono l’atmosfera di rumori lancinanti. Nei sessanta minuti che compongono il disco si può sentire il passo possente e inesorabile dei Melvins, l’anarchica ma gioiosa rabbia dei NoMeansNo e la pazzia dei Don Caballero e dei By The End of Tonight. Questo primo lavoro dei Tougsbozuka viene promosso a pieni voti grazie al genuino intento di mischiare suoni e creare caos senza mai appesantire l’ascoltatore e senza generare cali qualitativi. Un consiglio: i Tougsbozuka sono una piacevole scoperta, non perdeteli di vista.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=i0D15rbU1y4[/youtube]

Plasma Expander – Cube (Fromscratch, Wallace, Brigadisco, Sweet Teddy, Villa Inferno, Human Feather, Hysm e Onlyfuckingnoise, 2013 – Elettronica)

A diversi anni dall’uscità di Kimidanzeigen e dopo un tour negli States, tornano a farsi vivi i cagliaritani Plasma Expander con una bomba sonora dal titolo Cube. Il disco, che sicuramente rimarrà per molto nello stereo di moltissimi di noi, è stato registrato da Enrico Sesselego, mixato da Simon Balestrazzi(do you remember T.A.C.?) e prodotto da un’allegra gang bang di etichette: Fromscratch, Wallace, Sweet Teddy, Brigadisco, Hysm, Human Feather, Villa Inferno e Onlyfuckingnoise. Parlare della formula sonora di Cube non è molto facile perché fa parte di quelle esperienze sonore che vengono comprese meglio con l’ascolto rispetto che con spiegazioni letterarie. La base è un misto tra elettronica e rock con estreme punte free e progressive: fortemente stravaganti e imprevedibili, questi ragazzi hanno mischiato ancora una volta esplosioni sonore, graffianti fendenti e ritmiche assassine dando vita a qualcosa di sorprendente. Mentre il cervello capta le note e cerca di definire un quadro complessivo, le gambe iniziano a cedere e il culo a muoversi…Come on! Keep it up! Move your ass! Immaginatevi i Red Crayola che prendono lezioni di aggressività dai Don Caballero e nel bel mezzo di un sonoro ripasso arriva The Tuss mezzo strafatto con il suo space-acid. Immedesimatevi nell’ossessività compulsiva di Exploder o nell’arcobaleno sonoro di Cube e troverete la chiave di svolta per ammirare la bellezza dell’ultima creatura dei Plasma Expander.

Nubilum – Tsantsa (Tulip, 2013 – Ambient)

Il prolifero Michele Ferretti mette al mondo Tsants, nuovo EP del progetto dark ambient Nubilum. Tsants, release numero ventinove per la Tulip, esce a poco tempo di distanza da Restless Sunrise, ampliando ulteriormente il discorso già avviato con le prime due suite. Le tre canzoni sono un’interessante mix tra mappature droniche, sonorità cicliche e onirici tratti ambient, uniti tanto bene quanto basta per donare una certa originalità e stimolare la curiosità dell’ascoltatore. Le atmosfere più deviate dei Tam Quam Tabula Rasa si innestano nella ritmicità dei primi lavori (Ratan) dei Beyond Sensory Experience generando scape da abbinare ai nostra viaggi più acidi o agli incubi di cui non riusciamo mai a disfarci. Nubilum, anche con questo EP, riesce a “raccontare” i sentieri meno soleggiati dell’anima grazie ad una formula sonora catatonica e intrigante, non rimane altro che aspettare un tanto atteso long playing.

Solquest – In Spite of Black Clouds over Me, I’ve still got a Rainbow in my Hands (Hsym?/Lemming Records/Lepers Productions, 2013 – Ambient)

A distanza di più di un anno da I Get To Live In Your Past, esce, per il trio HysM?, Lemming Records e Lepers Productions, nuovo materiale del progetto Solquest che viene spogliato da molti elementi sonori e per l’occasione è più nudo che mai. L’anima di In Spite of Black Clouds over Me, I’ve still got a Rainbow in my Hands sono due tracce di sedici minuti l’una dove suoni taglienti e oscuri si alternano con caroselli che rimandano alla propria infanzia grazie alle atmosfere dilatate e sognatrici. A certi tratti i fendenti di chitarra sono talmente sinceri ed energetici da ricordare i passaggi più aggressivi della produzione di Hermann Kopp che sicuramente sono funzionali al progetto e rappresentano l’anima più nera del disco. Questo delicato e primitivo contrasto tra atmosfere e emozioni è un’interessante ed evolutivo intento del progetto Solquest che rende In Spite of Black Clouds over Me, I’ve still got a Rainbow in my Hands un distinto ascolto per i fans di generi come ambient, drone, impro lo-fi, ecc…

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