Sono già passati due ragionevolissimi anni da Wish You Were a Pony e le Lilies on Mars hanno l’occasione di spaziare verso nuovi orizzonti col nuovo album Dot to Dot. Le Lilies uniscono (o, forse, ci fanno unire) un puntino dopo l’altro fino a creare un’immagine globale nuova, un’identità che possiamo già immaginare ma che si completa ad ascolto finito.
Lasciati da parte i contrasti di chitarre e voci stile 90’s (come si presentava, ad esempio, A Lost Cause del precedente disco) i Gigli marziani decidono di caricare le loro munizioni migliori su chitarre incorporee, loop station, drum machine, synth ed effettistica assortita.
L’esito è – come da loro tradizione – differente dalla canonica produzione italica che trova nuova linfa vitale grazie alle due donzelle. Questo può solo fare onore e donare molta qualità sia all’Italia che ad un 2013 dominato da band internazionali che hanno fatto del dream pop (anche meno ricercato di quello di Dot to Dot) il loro passepartout: le Lilies riescono ad andare oltre alle mere etichettature geografico-musicali conosciute rendendo ancora più personale un sound che aveva già una forma molto definita.
La via ben segnata a partire dal 2008 viene abilmente ripercorsa. La musica elettronica degli anni ’80 (Martians), le voci processate che danno l’impressione di stare in una cattedrale naturale dalle alte pareti di roccia in mezzo al mare, le ritmiche transizionali da analogico a digitale sono tutte marce in più che fanno apprezzare completamente il disco.
Seguendo lo stesso fil rouge dalla prima alla tredicesima traccia, da See You Sun fino a Martians (solo Oceanic Landscape, il singolo, ha qualche accenno di horror vacui dietro l’angolo che, forse, viene accentuato dalla voce di Battiato) le canzoni risultano di una omogeneità unica ma diverse l’una dall’altra, senza il rischio di ripetersi.
Atmosfere quasi sci-fi si scontrano a partire da Impossible Child, punto più alto in assoluto di un album in cui spiccano Entre-Temps, So Far Dear America e Sugar is Gone: eteree, teatrali, drammatiche.
Probabilmente, se un artista a 360° del passato come Dante Gabriel Rossetti facesse musica al giorno d’oggi Dot to Dot sarebbe uno dei suoi lavori meglio riusciti. Qualifica che, indubbiamente, Lisa e Marina portano a casa senza difficoltà alcuna.
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