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Massimo Volume – Aspettando I Barbari

2013 - La Tempesta Dischi
noise/rock

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Tracklist

1.Dio delle zecche
2.La cena
3.Aspettando i barbari
4.Vic Chesnutt
5.Dymaxion Song
6.La notte
7.Compound
8.Silvia Camagni
9.Il nemico avanza
10.Da dove sono stato

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“Vince chi resiste alla nausea, chi perde meno, chi non ha da perdere”: le parole del poeta-sociologo Danilo Dolci, che aprono “Aspettando I Barbari”, suonano come una sorta di invito neanche troppo velato a sforzarsi di guardare oltre e a capire quel tanto di diverso e minaccioso che già ci circonda.

Sono storie di (e su) altri quelle che popolano il nuovo lavoro dei Massimo Volume, a 3 anni di distanza da quel “Cattive Abitudini” che ce li aveva riportati dritti dritti in fondo al cuore dopo 8 lunghissimi anni di silenzio. Storie ben radicate nel nostro grigio andare avanti, per inerzia e per indifferenza, in fuga dai barbari, con un occhio chiuso e l’altro fisso sulla solita rassicurante e immutabile placenta quotidiana.
In un’atmosfera più scura e fredda che in passato, per certi versi solenne e implosiva, si inseriscono le impietose istantanee di una vita rosicchiata dall’attesa, decomposta pezzo dopo pezzo dalla consapevolezza di sprecarsi giorno per giorno in un’inutile guerra di trincea con la propria esistenza.
Lo sanno tutti i personaggi descritti con carisma impareggiabile e rinnovato furore da Emidio Clementi, celebri o meno celebri poco importa, sono tutti pregni di vita e di significati: da Vic Chesnutt – una corona di spine, appoggiata sul palco tra la chitarra e la spia – a Buckmister Fuller – perso in una bolla di vetro e di metallo -, da Marco – una webcam aperta dove batte sempre il sole, aspetta sempre il momento di partire – ad Anna – un po’ più in là a contare le volte che la vita l’ha lasciata da sola dentro a un bar – e fino a noi, che accendiamo lumi per nasconderci le luci, che ci affidiamo alla notte che confonde le tracce, che nasconde i rifiuti, che ritorna costante.
Suoni spigolosi e profondi, ritmiche cupe e ossessive, poetica sempre un passo oltre ogni più lecita aspettativa, ingredienti che non sviliscono mai e, anzi, con il tempo che passa, e che si riempie tutto attorno di insignificanti briciole e chiacchiere di posa, acquisiscono ancora più il carattere di un monito tanto inquietante quanto salvifico e rivoluzionario per una scena immobile e che ha perso da anni ogni traccia di urgenza e istintualità.

E poi c’è quel “vi piaccia o no”, urlato a squarciagola, a violentare la calma suadente, splendida e sinistra di “Dymaxion Song”, una schiacciante dimostrazione di forza, devastante sunto di un’opera incredibilmente istintiva e rabbiosa: “Aspettando I Barbari” è l’essenza piena, e assolutamente fuori categoria, dei Massimo Volume.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=MkSqkkA69V4[/youtube]

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