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Plastic Made Sofa – Whining Drums

2014 - Smoking Kills Records
Indie / Alternative / Psychedelic

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Tracklist

1. We're Just Changing
2. Two Grains in Outer Space
3. Lizards On a Wire
4. Noodles for Breakfast
5. Midnight in Remada
6. Heathers in Bloom
7. Try to Be a Woman
8. Stargazers
9. Whining Drums

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Oltre a riconfermarsi una band che ad ogni tour gira l’Italia per tutta la sua lunghezza, ricevendo sempre ottimi riscontri, i Plastic Made Sofa procreano Whining Drums, un disco che fa sembrare lo tsunami Madchester più vicino sia geograficamente che temporalmente.
Ma parlare solo di “quel” preciso ambito musicale britannico è decisamente riduttivo.
È il double tracking della voce, sono le distorsioni radiofoniche ed è il sentore di sitar che, quando si palesano, chiudono un cerchio tracciato con forza su 40 anni di storia passata.
Se nel 2010 i Tame Impala esplodono mondialmente con Innerspeaker, nello stesso anno i Plastic Made Sofa si fanno notare in Italia con Charlies’s Bondage Club e ciò è dimostrazione di lungimiranza da parte della band bergamasca che, senza pensarci sopra, rappresenta un ottimo prodotto da goderci e – soprattutto – supportare in Italia (e su questo ci sarebbe anche tanto, troppo da dire) ma è anche il prodotto perfetto da esportare all’estero. E, magari, in eventi di grande portata.

Whining Drums è fluido, ruvido, colorato come un tavolo intagliato ricoperto di spezie pungenti ma, allo stesso tempo, smooth come solo un lungo trip nella testa di personaggi del calibro di Syd Barrett ambientato al giorno d’oggi dovrebbe essere: ogni traccia del disco è una valida motivazione che supporta la tesi.
We’re Just Changing non è solamente il primo brano dell’album ma è un vero e proprio statement.
Le atmosfere indiane e medio orientali non mancano, come è giusto che sia anche senza essere per forza George Harrison in ritiro spitiruale e Two Grains in Outer Space ne è la dimostrazione.
L’intima Try to be a Woman, Heathers in Bloom con il suo accattivante ritornello, Stargazers (solo per citarne alcune) sono tutti splendidi esempi di canzoni tratte da un disco di cui non si butta via niente e, anzi, si dovrebbe apprezzare nella sua interezza e nei suoi dettagli, nei suoi (tanti) pregi e (inesistenti) difetti per poterne conservare ogni briciola con cura e attenzione.

Ottimi arrangiamenti, produzione precisa e curata e l’utilizzo di ineccepibile della strumentazione fanno di Whining Drums un disco immancabile nella collezione degli amanti della musica psychedelic fatta alla vecchia maniera ma che cavalca con dedizione un vortice spaziotemporale aperto sul 1969.
Esiste una parola che esprima il concetto meglio di “promosso”? Beh, se esiste, usatela senza parsimonia perché ne vale davvero la pena.

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