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Boris – Noise

2014 - Sargent House
rock/noise/metal/shoegaze

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Tracklist

1. Melody
2. Vanilla
3. Ghost of Romance
4. Heavy Rain
5. Taiyo no Baka
6. Angel
7. Quicksilver
8. Siesta

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Quando si ascolta un disco dei giapponesi Boris non sai mai davvero cosa aspettarti. La parola eclettismo in musica con loro assume sempre un significato molto forte (preponderante). Nella loro ormai più che ventennale carriera, hanno toccato generi tra i più disparati possibili, dal drone rumoristico e noise al pop più delicato e sofisticato a volte marcatamente J-pop, dallo stoner /sludge pesante alla psichedelia, fino a toccare ambienti hardcore. Insomma, negli anni non si sono fatti mancare proprio niente.

Mi trovo quindi ad ascoltare “Noise” con l’approccio di chi non sa davvero cosa ci troverà dentro. Ed infatti i 3 nipponici, che per chi non lo sapesse ancora hanno preso il nome da una canzone degli imprescindibili Melvins, riescono ancora una volta a spiazzare.
Il disco, uscito per la sempre ottima Sargent House, suona come una summa di tutte le loro svariate influenze. Si passa da pezzi alt. Rock con suoni duri come “Melody” e “Vanilla” (con un occhio di riguardo alla melodia nelle linee vocali ancora di più che in passato), ad un brano tranquillo e delicato come “Ghost of Romance” quasi shoegaze. In mezzo c’è anche la bellissima e lenta “Heavy Rain”, dove il doom psichedelico la fa da padrone, con basso e batteria ripetitivi ed ipnotici, e colpisce l’asprezza dei suoni in contrasto con la delicata e suadente voce della splendida Wata; ebbene sì anche io non posso fare a meno di subire il fascino della giapponesina.
Ecco poi la traccia che non ti aspetti, “Taiyo no Baka” con i suoi “uo oh” è un pezzo pop fatto e finito, molto melodico, quasi da pensare di avere il disco difettoso o di essere ubriaco tanto da avere addirittura allucinazioni uditive. Giusto però per stordire ulteriormente l’ascoltatore i nostri decidono di proporre un brano (“Angel”) di oltre 18 minuti, che parte tranquillo per poi esplodere in sonorità doom lente, ossessive e molto psichedeliche. Si arriva così verso la fine di un lavoro che non smette davvero mai di colpire e ne è una dimostrazione la veloce e hc “Quicksilver” prima della conclusiva e strumentale “Siesta” .

Chi conosce ed apprezza i Boris difficilmente potrà rimanere deluso da questo disco, mentre per chi non li ha mai sentiti, consiglio di provare ad ascoltare questo viaggio di suoni ed atmosfere così varie; sono convinto che difficilmente potrà lasciare indifferenti!

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=M6KQRopdyls[/youtube]

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