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Goat – Commune

2014 - Rocket
psych / kraut

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Tracklist

1. Talk To God
2. Words
3. The Light Within
4. Travel The Path Unknown
5. Goatchild
6. Goatslaves
7. Hide From The Sun
8. Bondye
9. Gathering Of Ancient Tribes

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Non si sa chi siano, né mai si saprà. Quante volte nella storia della musica moderna/contemporanea è venuta fuori questa faccenda? Abbastanza per non dar più adito a queste velleità, visti i risultati non sempre ottimali delle band mascheroidali.Per i Goat si può fare una bella eccezione dati i risultati prima del loro debutto “World Music”, vera e propria rivelazione, e ora con questo nuovo “Commune”.

Del freddo di Gothenburg, città in cui la tribù della capra ha la sua base operativa, nulla rimane, forse solo la natura affilata della produzione. Molto più concentrati sul dare forma alle composizioni di quanto non fossero sul primo album, i Goat trovano nel kraut e nell’anomalia in senso acido la propria vera natura e nella world music, intesa come musica di tutto il mondo e non come genere da comune hippie rivisitata malamente, spaziano senza pietà. Come un rituale pellerossa “The Light Within” sembra ciò che i Tomahawk in “Anonimous” non riuscirono a fare, con le sue chitarre intrise di sabbia e il canto in grida ad altezza cranio di Goatgirl sempre sul pezzo, mentre di elettronica teutonica è infettato il mantra asfissiante di “Words”. Ad organi caldi si apre, a colpi di basso da dieci tonnellate, “Goatslaves” puntellata da percussioni di dubbia provenienza ma di sicuro effetto e fa, purtroppo, coppia con la mosciarella nenia sixties di “Goatchild”, molle quasi quanto l’opening “Talk To God” ma il riscatto si trova nelle melodie post di “To Travel The Path Unknown”, trip da mescal che ha l’unica pecca di durare solo due minuti e mezzo, ma che potrebbe aprire alle sonorità in divenire della band così come il flusso violento di “Gathering Of Ancient Tribes”, che vede le chitarre a memoria Hawkwind accoppiarsi a circoli percussivi infilzati dalla solita voce acidissima della ragazza di cui sopra.

E bravi Goat, anche questa v’è andata bene. Ma un dubbio rimane e pervade le mie sinapsi: cambierete? Perché due dischi su due vi son riusciti con questa formula che pare una bella droga colorata, ma, lo saprete meglio di me, se si continua su un’unica strada si finisce per far stronzate. In attesa di una risposta vi dico che un po’ vi amo.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=BoDJ_Wa4jF4[/youtube]

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