A 3 anni da “Hermann” torna finalmente sulle scene Paolo Benvegnù con questo nuovo album, bello, elegante e coinvolgente.
Per raccontare le sue storie l’ex front man degli Scisma sfoggia la consueta classe e maestria nella costruzione dei testi, profondi, elaborati e che per essere assimilati alla perfezione necessitano di più degustazioni, quasi fossimo al cospetto di un buon ma impegnativo vino rosso, tanto corposo quanto complicato da abbinare.
Come d’abitudine Benvegnù si muove poi su un tappeto sonoro sostanzialmente ordinary rock, sporadicamente rifinito da reflussi di varia provenienza e retaggio, dalla new wave ad un elettronica minimal passando per acustica & slide made in Usa. Le sonorità dunque non stupiscono più di tanto ma, grazie anche ad arrangiamenti eleganti e scaltri, riescono ad accompagnare bene le immagini trasmesse dalle parole, anzi hanno il pregio di alleviare la tensione emotiva che sgorga dal cantato dell’ex Scisma, agevolandone dunque approccio ed assimilazione.
Un album caratterizzato dal contrasto e che sa di solitudine e piazza, di rabbia e calma, di malinconia e gioia, con tanti momenti elevati ed avvenenti – su tutti e con ampio margine “Avenida silencio” e “Orlando” – e solo un paio di pezzi che scivolano via senza incidere, ossia “Life”, una ballata acustica ed insipida alla Jack Jaselli e “Piccola pornografia urbana”, electro pop in stile Notwist loffio e poco convincente.
In definitiva, questa quarta prova da solista consolida Benvegnù al rango di cantautore moderno e di valore assoluto, una certezza per il presente e soprattutto per il futuro della canzone d’autore italiana. Se però pensate o auspicate (ancora) di trovare sperimentazione e azzardi in stile Scisma, bè mi sa che rimarrete un tantino delusi…
Comunque la vediate/sentiate, per quanto mi riguarda “Earth hotel” è un gran bel disco.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=GcdHlqppTZE[/youtube]