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[Anteprima Streaming]: TRIVISION – Multiverso

I Trivision arrivano dalla provincia di Lodi e presentano il loro secondo lavoro, “Multiverso”, una raccolta di brani dal respiro intimista, dove convivono noise rock, chitarre anni ’90 e improvvisazioni psichedeliche.
Quella di distaccarsi dai progetti che vediamo proporci davanti ogni giorno è quasi una missione per i Trivision, dichiarata fin dall’artwork dell’album: niente Photoshop, ma un quadro di tela e legno dipinto con bitume, caffè e pittura ad olio da Annalì Riva.
Un prodotto artigianale, caldo, naturale e fatto su misura. Proprio come “Multiverso”.
Lo trovate tutto in anteprima esclusiva proprio qui sopra, mentre qui sotto una breve intervista con la band.

Il vostro album “Multiverso” sembra contenere influenze che arrivano da tanti stili musicali diversi. Qual’è stato il percorso per definire il vostro sound?
Abbiamo sempre cercato di non metterci troppi paletti, non avendo in mente uno stile predefinito è facile introdurre qua e là elementi musicali che individualmente ci hanno accompagnato negli anni. Ad ogggi è sempre pùu difficile creare da zero uno stile ‘nuovo’, così le contaminazioni diventano la chiave per la costruzione di un sound personale.

Le chitarre per certi versi sembrano assumere il ruolo del protagonista in molti momenti dell’album, spesso in situazioni che sembrano dare spazio alla spontaneità. Quanto c’è in questo disco di studiato e quanto spazio invece è stato lasciato a momenti più improvvisati?
Si, in certi momenti le chitarre stanno sopra tutto. Nell’era dei potenziometri retroilluminati, noi restiamo affezionati al buon vecchio legno. Di base i pezzi sono normalmente studiati come qualsiasi altra band, esistono tuttavia dei momenti chiave durante il concerto nei quali possiamo abbandonarci a improvvisazioni psichedeliche, poi esistono segnali come un’occhiata veloce per rientrare tutti assieme in un punto stabilito. Poi esiste un’altro tipo di improvvisazione.. c’è da stare attenti ai giri quando Ale si arrampica come un gallo sulla batteria alla fine dell’ultimo pezzo!

Già dalla title-track si ha l’impressione che il testo sia stato in un qualche modo pensato a parte rispetto alla composizione strumentale. È così oppure le vostre liriche nascono insieme alla musica?
Generalmente il testo viene adattato alla musica, anche se è un lavoraccio data la nostra lingua così particolare.. fatta di parole multisillaba e periodi delle frasi lunghissime. Ogni tanto capita di avere in testa due o tre frasi belle che mai si adatteranno ad un qualsiasi giro.

Nel complesso, il vostro suono sembra un mix fra influenze del grane rock del passo e un attitudine più moderna, specie nella struttura dei brani. Durante la composizione avete avuto delle influenze particolarmente presenti?
Non saprei dirti quanto c’è di moderno in questo disco.. praticamente piu andiamo avanti più ascoltiamo roba datata tutti quanti. Sicuramente si notano sprazzi di noise anni 90 qua e là.

“Multiverso” è un album non semplice, sicuramente non per tutti. Mentre scrivevate i pezzi avevate in mente anche un possibile pubblico, oppure avete preferito fare semplicemente quello che sentivate più vicino a voi stessi?
Nel disco ci trovi il mix di quattro persone che hanno messo su un tavolo il proprio bagaglio musicale, non abbiamo mai immaginato un ipotetico pubblico. Inoltre Multiverso non è una vera e propria anteprima, i pezzi sono stati portati in giro per un annetto circa, ci siamo fermati e abbiamo scelto successivamente quali avremmo registrato.

trivision

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