Prendete un suino da una tonnellata, ricopritelo di ghisa, posizionatelo su una catapulta e dirigete il colpo dritto sui muri di casa dei vostri vicini e otterrete l’effetto che fa “Porkestra”, nuovo disco degli Zolle.
Il denominatore comune di ognuno dei 12 brani che compongono questa porcilaia furiosa è la bastardaggine accompagnata da una dose di “muto” sense of humor. Se della pesantezza fate il vostro credo qui sarete allegramente accontentati, che siano le balorde sberle hard rockeggianti di “Porkeria” e “Porkona” (vi sembrerà di sentirci i riff degli AC/DC presi bene per un’insana notte di violenza) o la “danza” storta, sanguinolenta e tribale di “Porkediem” o la follia celticfrostiana ammantata da anomalie elettrogene di “Porkimede”, o ancora le disperazioni strascicate di “Porkobot” a braccetto con il math percussivo di “Porkastica” e la compressione ferina della conclusiva “Porkangelogabriele”, vera e propria perla a foggia di mazza sulle palle.
Questa sì che è una bella marcia dei porci.