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I Topi Non Avevano Nipoti – I Topi Non Avevano Nipoti

2015 - Volcan Records
indie / rock

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Tracklist

1. Cavie
2. Quartieri
3. Il Mondo, Le Radiazioni, L’inquinamento
4. Non Mi Diverto più
5. Sipario
6. 6 – 00 PM
7. Sesso
8. Tutta Questa Fretta
9. Istantanea
10. In Inglese
11. Io Resto Uguale

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Lasciatemi dire che mai diventerei un fan sfegatato di una band con un nome così. Troppo complicato da spiegare ai miei amici tardoni. Oggi come oggi non ha più molto senso scrivere una recensione di un disco. Fosse per me mi limiterei a parlare in numeri: 6.7, 8.3, 4.9. Tutta l’essenza della critica musicale ormai ha valore solo per questo. Per scrivere una recensione accettabile, ormai, bisogna possedere il dono dell’ubiquità temporale; mentre va online la copia definitiva devi avere una sorta di “ghola” (chi ama la fantascienza sa di cosa parlo) pronto a buttare giù un pensiero, un’integrazione, per dare torto o ragione a quelli che: “è la recensione più schifosa che abbia mai letto!”; “ma lo hai ascoltato il disco???”; “sei mai stato ad un loro concerto???”. Ormai la “scrittura liquida” ha fatto proseliti anche tra di noi, cioè tra quelli che non sanno e che pretendono di sapere. Ecco, a questo punto, comincia la vera battaglia. Qui parte la spiegazione per le parole che uno utilizza in una recensione: “volevo dire che…”, “mi riferivo a…”.

La mia non è una premessa, una giustificazione, ma un cambio di passo rispetto al solito mestierante che deve scrivere le cose, perché adesso non è che io mi diverta in assoluto nel dire che I Topi Non AvevanoNipoti è un buon disco nel panorama noiosissimo dell’indie pop-rock. Queste sono ovvietà. È buono perché nella sua semplicità è fatto bene. L’ho scelto perché loro non li conosco minimamente e io sono uno che di solito parla di cose musicalmente ovvie perché è più facile. Non mi annoia il fatto di dover scrivere una recensione, neanche se si parla di un gruppo di bravi ragazzi romani che fanno musica così come altri migliaia di gruppi in Italia, in Europa, nel mondo. Diciamo che volevo provare per vedere se qualcosa è cambiato qui da noi. La realtà? È tutto come prima.
Cosa vogliamo farci? Vogliamo dare quattro pizze a questi bravi ragazzi? No! Piuttosto incoraggiamoli a fare ancora meglio qualcosa di fatto discretamente bene. I Topi Non Avevano Nipoti lo si ascolta in scioltezza e nell’integrità delle sue undici tracce, che non vivono di chissà quale forma di creatività musicale, ma che si disimpegnano bene per quel che riguarda sonorità e testi. Episodi chiave come “Non mi diverto più” e “Sesso” descrivono bene la vita di oggi. La paura e l’ossessione. Cose che fanno la fortuna dei film e che funzionano anche nella musica e nell’arte in generale. Non credo che ci sia nulla di “programmato” da terzi. Li vedo abbastanza genuini, con quelle barbe così, quei risvolti così. Chi cazzo vi veste, dico io?! Li vedo e li sento abbastanza genuini, perché anche la semplicità ha il suo fascino e le allegre combinazioni di “Quartieri” e “In inglese” danno una bella spinta che tornerà sicuramente utile sul palco per un coinvolgimento maggiore di questo cazzo di pubblico esigente che frequenta oggi i locali nei quali questi ragazzi faranno sicuramente fatica ed emergere. Io non mi riconosco più in quello che ascolto. A volte mi passa il pensiero che sia realmente tutto esaurito, esplorato, che i tempi siano maturi per qualcosa di “nuovo”, poi ascolti qualcosa, due note, un brano, un disco e ti rendi conto che questo orizzonte è quantomai lontano dall’essere realtà.

Voglio chiarire che in questo caso I Topi Non Avevano Nipoti mi sono capitati sotto mano, fosse stato chiunque altro sarebbe stato sicuramente peggio. Qualcuno ha ascoltato come me questo lavoro e lo ha trovato brutto/bello/emozionante/detestabile/barocco ed ognuno di questi aggettivi si presta a questa eterna lotta tra il bene e il male che impera nel mondo della musica e che non fa altro che dar manforte a quanto penso della musica stessa: oltre l’ascolto (e verso il giudizio) non bisognerebbe mai andare.

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