Vengono da Palermo e seguono la scia dei Calibro 35, sebbene il sound di questo ottetto siciliano sia decisamente più orientato verso sonorità jazz, funk e soul, con una predilezione per la composizione di spy themes. La qualità è buona, la voglia di fare e fare bene si percepisce netta.
Eccezion fatta per la più sensuale “An Unexpected Rendez-vous” e la jazzistica “Sometime Soon”, le tracce sono adrenaliniche, sempre in tiro, degne di inseguimenti metanfetaminici fra le strade poco affollate di una Palermo notturna e arrabbiata, a tratti guascona. La sezione ritmica è precisa, solida, sempre leggermente protesa in avanti a tirare con cipiglio deciso. La sezione fiati soffia un vento costante, contornata dai refoli funambolici del flauto traverso, attizzando le fiamme del funk e del soul che danzano al ritmo delle armonie intessute dalla tastiera, suonata con gusto, mai invasiva, e che spesso (e volentieri, immaginiamo) ricorda lo stile di Herbie Hancock (per esempio su “Lo sciacallo”). Ottima prova anche per i due chitarristi, in grado di incastrarsi alla perfezione nell’insieme. Riescono a ricavarsi il loro spazio, uscendo per fare del bene al momento giusto, come per esempio nell’ottimo assolo dall’anima blues di “Chi è chi?”.
L’esordio, insomma, è promettente e, viste le premesse, le aspettative per il futuro sono alte. Starà a questi ragazzi deviare dal solco per iniziare a tracciare il proprio sentiero.