Profanatori di tombe ben custodite a cavallo tra ’69 e ’71, di quelle da cui fuoriesce distorsione e wha-wha come da marmitte di bikers impuniti ed heavy rockers ad alto tasso allucinogeno.
I Mountain Tamer sono un power trio di sbarbati californiani di Santa Cruz, dediti a Larsen, feedback ed, evidentemente, fumo (parecchio…) che guarda con rispetto alla monocromia dei riff discendenti degli Stooges, calcando la mano su un volume alla Blue Cheer e sulla nichilistica strafottenza di certo stoner contemporaneo.
Monocorde (fin troppo), ipnotico a tratti, spaziale e deformante quando più ispirato. I tre interpretano il subgenere “heavy-psych” alla luce di lezioni revivaliste alla Black Angels e delle esperienze vintage di alcuni seguaci della Tee Pee Records, ma senza dimenticare quella certa sadica stregoneria del finto punk dei Gun Club.
Buoni per la finta decadenza di un rave di fumati all’ultimo anno del college, ma Dunes Of The Mind tira un sacco e la cavalcata di Vixen è poderosa. Per un esordio, buona la prima.
https://www.youtube.com/watch?v=NX3BGaEmyyg