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Meshuggah – The Violent Sleep Of Reason

2016 - Nuclear Blast
metal / experimental / progressive

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Tracklist

1. Clockworks
2. Born In Dissonance
3. MonstroCity
4. By The Ton
5. Violent Sleep Of Reason
6. Ivory Tower
7. Stifled
8. Nostrum
9. Our Rage Won't Die
10. Into Decay

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“Uno stregone non è mai in ritardo, Frodo Baggins. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo.”
Gandalf, La Compagnia Dell’Anello.

Ogni volta che i Meshuggah decidono di pubblicare un nuovo lavoro, questa è la prima frase che mi passa per la testa.
Tutto ciò perché, evidentemente, ogni disco nuovo del gruppo svedese arriva sempre nel momento esatto in cui deve uscire, quasi a ribadire ogni volta quale sia il vero concetto di evoluzione nella musica metal. Tutto questo in barba alle leggi e alle tempistiche di mercato.

Tralasciando termini stupidi ed inutili come djent che lasciano il tempo che trovano, quello che abbiamo tra le mani è uno spaventoso mostro musicale, che presenta delle differenze rispetto ai precedenti lavori.
Su tutte il fatto di essere stato registrato in presa diretta (!!!) e di essere stato composto a quattro mani dall’inedita coppia Haake/Lovgren. Differenze tutt’altro che trascurabili e che rendono “The Violent Sleep Of Reason” probabilmente il capitolo migliore degli svedesi dai tempi di “Catch 33” e non solo.

Paradossalmente ci troviamo di fronte al disco più umano (in quanto suonato da una band e non costruito in studio) ma allo stesso tempo più inumano degli svedesi. Tutti i brani hanno una loro precisa identità, ma, pur suonando Meshuggah al 100% presentano una costruzione molto più complessa rispetto al passato, snocciolando spesso cambi di tempo totalmente inaspettati e disorientanti.
Ogni cosa in questo disco è completamente aliena, dai riff di chitarra (su tutti quello di “Ivory Tower” che prende il cervello dell’ascoltatore e lo trascina in una vortice senza via di fuga) agli assoli (sentite cosa succede in “Clockworks”), passando per l’ atmosfera di pezzi spaventosi come “Nostrum” il cui riffing mi ha causato un’ ansia infinita.

La musica dei Meshuggah pare essersi trasformata, ancor più che in passato, in un immenso frattale di suoni e ritmi che si generano l’uno dall’altro con una fluidità e una cattiveria micidiali, tanto che la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un portale spazio-tempo che unisce la schizofrenia di “Chaospere” e la pesantezza e la claustrofobia di “Nothing” con l’avanguardia estrema di “Catch 33”.
Grazie ad un suono molto più organico che in passato, le chitarre riescono nell’intento di completare il tira e molla ritmico grazie il supporto di arrangiamenti subdoli e spesso agghiaccianti, come succede in “Monstrocity” nella parte iniziale di “By The Ton” o nella già citata “Ivory Tower”, il pezzo migliore per il sottoscritto.

A chi li dava per persi nel suono da loro stessi creato, gli svedesi rispondono con questo “The Violent Sleep Of Reason” unico disco in grado di meritarsi la data 2016 accanto alla parola metal. Dopo questo, tutto il resto vi suonerà probabilmente vecchio e datato.

Inarrivabili.

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