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Angela Martyr – The November Harvest

2016 - Avantgarde Music
doom / grunge / black metal

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Tracklist

1. Deviant
2. Georgina
3. Deathwish
4. Serpent
5. Negative Youth
6. Carsleeper
7. On The Edge Of  The Next Time
8. Imprinting
9. Angela Martyr


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Dalle ceneri di Vanessa (Van Basten) nasce, in un alone di spettrale splendore, Angela (Martyr). La “morte” di un’entità incredibile come la prima creatura di Morgan Bellini non è stata la fine della strada, bensì un nuovo inizio. Non è scontato che i musicisti, terminato un ciclo vitale di genio e bellezza riescano a dare continuità alla propria bravura dando i natali a qualcosa di anche solo minimamente paragonabile a ciò che han fatto in passato, soprattutto se si parla di progetti fenomenali. Non è però questo il caso. Perché Angela Martyr è qualcosa che ha robuste radici piantate nel passato ma suona “fresh” (per dirla con un termine prettamente hip hop, perdonatemi il mix di culture, ma fidatevi, ha senso farlo) come pochi altri.

Sì perché “The November Harvest”, album di debutto su Avantgarde Music di questa nuova creatura, è un camaleonte infernale che trova riparo sotto un ombrello crossover largo e cangiante. La capacità di spingere in un solo contenitore sonorità grunge, chitarre doomy e che dal gelo black prendono più di uno spunto e ritmiche figlie naturali di Justin Broadrick non è impresa affatto facile e ci si ritrova faccia a faccia con qualcosa di, effettivamente, nuovo. Che siano le litanie vocali tanto care a Layne Staley di “Deathwish”,  momento più marcatamente grunge di tutto il platter, gli incastri funerei e mortiferi della lenta e marcescente “Serpent”, l’emotività strizzacuore della spettacolare “Deviant”, che paga più di un dazio a certo shoegaze ’90, monoliti black metal che volgono lo sguardo a Burzum arricchendone il discorso con orpelli melodici tutt’altro che scontati come “On The Edge Of The Next Time” o ancora suite infinite e di uno splendore che rifugge la luce ad ogni costo, con tanto di sorpresa electro synth incastonata nella title-track, fanno di questo album una chicca tanto atemporale quanto importante in un percorso inter-genere proprio di questi anni anomali, musicalmente (e non) parlando.

Un dedalo di influenze, il sintomo del cambiamento e la capacità, immensa, di prendere tutto ciò che si ama e dargli nuovi connotati. Insomma: un piccolo e raro gioiello nascosto.

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