Se siete quelli come me, quelli che amano scovare citazioni (anche quando non ci sono) tra le canzoni di un disco, in mezzo agli anni sprecati di Capitan Love potete soddisfare e affamare la vostra curiosità.
La concreta realtà del citazionismo non è fine a se stessa ma si accoppia con il bizzarro surrealismo d’insieme che a sua volta si ciba della quotidianità, facendone sberleffo e accettandone anche l’incombenza più noiosa. Vi è venuta fame? Non avete capito nulla?
Allora provate ad entrare nel gigantesco luna park del rock’n’roll. Pagate il giusto prezzo d’entrata a Capitan Love che vi aspetta con ghigno beffardo e aria furba, mentre vi invita a salire sopra il magico e misterioso treno proveniente da Liverpool. Percorrete il tour che vi propone: un giro, stile Indianapolis, lungo le tappe più bizzarre del rock. Sfrecciate dentro le nubi cerebrali di Barrett, salutate il povero Ray Davies che cerca di attraversare i binari (le strisce pedonali di quella famosa strada londinese sono occupate da tempo). Prima di finire il primo giro, fermatevi nel verde parco ad ascoltare le sgangherate e colte note della band di Zappa e di quel parigrado di Beefheart. Un tuffo rinfrescante al mare con i ragazzini della spiaggia che cantano in coro, interrotti solamente da una radio gracchiante che annuncia il suicidio (omicidio?) di Tenco.Quando arriverete al traguardo, la navicella di Ziggy Stardust è pronta ad accogliervi e portarvi sempre più là, verso il futuro, vincendo anche gli attacchi delle navicelle spaziali tedesche con alla guida tali Kraftwerk, (The wasted years of Captain Love). Sorvolate la disco-music e la new wave degli eighties e…
Pam! Siete nel presente. Dentro alla noia mortale di una giornata come tante insieme alla vostra lei, tra la pigrizia di un letto sfatto e il mattino che vi aspetta in cucina (Kitchen Flower), mentre con la fantasia volate ancora alti, perdendovi anche nel sesso più scollacciato (Blow in the Sky), per poi riaprire gli occhi e tornare normalmente romantici (I Fall down on the grass). Svegliatevi, svegliatevi, è solo un brutto incubo (Lo stagno delle rane).
La vostra lei e lì, reale, davanti a voi: potete parlarci insieme come quando eravate bambini. La sua voce, preoccupata, (è quella di Marzipan Marzipan) vi chiede: dove sei? Dove sei? (Ennio, unico brano cantato in italiano). Voi rispondete. Ma nemmeno voi sapete dove vi trovate e vi autodomandate: dove sono? Confusione e panico.
E’ tutto un sogno?
Forse sì. Altrimenti, dove potete trovare Jannacci e Bowie , citati insieme nella stessa canzone (A Chatartic Song)? Solo nel sogno del friulano Raniero Spinelli, in arte Capitan Love, già Erotics, che torna a farsi vivo con uno dei più divertenti giri intorno al pianeta musica. Tra realtà e tanta fantasia, dove la seconda sembra dimostrarsi ancora molto più stimolante ed eccitante (e qui Blow in the Sky fa ripartire il tutto).
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=aequ1zMy8zQ[/youtube]