Welcome back, Richard! Il pioniere dell’elettronica dei nineties e non solo è tornato con “Syro”, primo album in studio dal 2001, anno di pubblicazione di “Drukqs” e primo lavoro firmato ufficialmente Aphex Twin, otto anni dopo la compilation “Chosen Lords”.
“Syro” è un album complesso, al quale Aphex ha lavorato a lungo, includendo – pare – composizioni vecchie di sei anni e mai pubblicate, registrando in altrettanti studi diversi. Nell’ultimo periodo la sua attività era limitata a DJ-set in giro per il Regno Unito, ma il suo ritorno sulle scene è tanto improvviso quanto gradito. Improvviso perché la campagna pubblicitaria è stata sviluppata in pieno stile Aphex Twin, con messaggi criptici (come, d’altronde, i titoli stessi delle tracce) rilasciati sul cosiddetto “deep web”, notizie vaghe fatte trapelare direttamente durante i concerti o con comunicati stampa. Il disco abbraccia molti dei sottogeneri dell’elettronica, in un contesto ambient.
La grandezza sta proprio nel riuscire a conciliare la cosiddetta intelligent dance music, in cui predominano sperimentazioni e passaggi musicali complessi, più adatti all’ascolto che al ballo, con glitch (quella sorta di gioco degli artisti sugli errori prodotti dalle apparecchiature), techno e jungle, che già di per sé rappresentano ritmiche complesse basate su una piccola commistione di altri generi musicali. Le dodici canzoni, per un’ora e qualche minuto, si presentano gradevoli anche al semplice ascolto. Non sono pensate esclusivamente per il ballo, pur con qualche rara eccezione.
E ciò contribuisce a impreziosire il valore di un grande album qual è “Syro”. Con questo lavoro Aphex Twin, al secolo Richard David James, riesce nella straordinaria impresa di realizzare un disco che gli amanti del genere potranno amare al primo ascolto e che può rappresentare anche un nuovo inizio per chi non si sia mai approcciato all’elettronica. Il personalissimo stile dell’artista di Limerick è in grado di catapultare l’ascoltatore in un mondo a sé stante, di colpire chiunque abbia la fortuna di ascoltare “Syro”. Lo si può dire con certezza: quello di Aphex Twin è certamente uno dei ritorni più dolci dell’anno.
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