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MOONLIGHT FESTIVAL 2011 – Velvet, Rimini, 26-27-28 agosto 2011

Premessa Necessaria ad oltranza. Cosa è il Moonlight Festival? È uno dei momenti più importanti di aggregazione e produzione culturale della cultura dark-goth-wave italiana. Dopo 2 edizioni che avevano velocemente consolidato questo festival come una delle realtà live più interessanti dell’estate italiana, il Moonlight si sposta dalla originaria location di Fano a Rimini presso il Velvet Club e il Rockisland. La ragione è stata dovuta a tristi polemiche politiche a cui questa Italia dagli occhi bendati e cervello snocciolato ormai ci ha abituato e a cui spero non ci rassegneremo mai di controbattere con creatività ed energia.
Tant’è il Moonlight ha traslocato ma ha tenuto alta la testa.
Oltre ad una piccola zona bancarelle con tanti sottogeneri di mercanzie tra LP industrial, noise, ambient dark, vestiti goth, steampunk e così via, una line-up forse non abbondante ma intelligentemente strutturata. Ecco un breve report giorno per giorno.

a cura di Michele Guerrini

GIORNO 1: DELENDA NOIA, BABYLONIA, AND ONE
Venerdì 26 agosto. Aprono i battenti del Festival la band Delenda Noia, un duo strutturato su synth, drum machine, arpe e liriche esistenziali. Vincitori della seconda edizione del contest Gothic Room, mostrano tanta voglia di fare e far divertire. Sono giovani ed hanno ancora da smussare certi nervosismi ed imperfezioni. Nonostante molti cliché nei testi hanno buone carte dalla loro parte.
I Babylonia, gruppo di Milano, portano sul palco l’eccitazione del loro nuovo, secondo, album in studio “Motel La Solitudine”. Nonostante un’attitudine decisamente energica che non ha lesinato mai un momento morto e di silenzio emotivo, la band non è riuscita a prendermi troppo. Troppo tendenti ad un omaggio umile ai Depeche Mode. Troppo incanalati in un synth pop che non hanno creato loro ma che sanno ben imitare.
Gli ultimi della serata, i tedeschi AND ONE sono una forza della natura. Attitudine militare. Attitudine nerovestita e incedere wagneriano (metaforicamente parlando). Un tifone sintetico di tastiere che non ha lasciato riposo ed ha portato il livello della serata alla deflagrazione!! Ascolto consigliato!

GIORNO 2: BEAUTY OF GEMINA, CLOCK DVA, DAF
Sabato 27. Giorno sacro del festival. 3 band di cui due storiche e fondamentali nella storia non solo dell wave, dell’industrial, del primo EBM, ma di tutta la  musica elettronica e alternativa.
Gli svizzeri  e introversi Beauty of Gemina (di recente formazione, il primo album: Diary of a Lost è del 2006) devono aprire la serata. Riescono con la loro fusione di atmosfere goth elettroniche e grande forza lirica, seppur minimale in molti passaggi a ipnotizzare un pubblico nonostante la loro attitudine glaciale e monocromatica. Una via di mezzo tra certo dancey alla Covenant e spiragli di Clan of Xymox. Per chi volesse approfondirli, vi consiglio l’interessante articolo di Nicola Tenani su Darkroom-magazine.
Non è ancora mezzanotte e siamo tutti ad aspettare i Clock Dva. Il gruppo di Sheffield è stato nell’avanguardia storica della scuola industriale ed elettronica inglese. Il loro live è al buio. Poche luci vengono dai visual alle loro spalle. Un cut up di fotogrammi, spezzoni di film, proiezioni elettronice 8bit, psichedelia nata dal fragore della più minimale composizione del rumore bianco e della distorsione controllata. Un concerto che avrebbe meritato più tempo uno spazio in cui potesse risaltare l’energia mistico-meccanica del trio. Comunque un’esperienza totale.
Infine è la volta dei DeutschAmericanischeFreundschaft di Robert Görl e Delgado-Lopez. Esponenti fondamentali della Neue Deutsche Welle, il duo non ha lesinato una goccia di sudore durante tutto il concerto. In continuo incedere teutonico di batteria, synth e voce i nostri hanno incrinato il pavimento del Moonlight. Inutile sottolineare come composizioni del calibro di:  Der Mussolini, Alles ist gut, Liebe Auf Den Ersten Blick son state eroiche scalate.

GIORNO 3: ROSA CRUX, GO FLAMINGO!, UK DECAY
Domenica 28. Ultimo giorno. Tristezza. Momento ancora di bellezza.
I Francesi Rosa Crux di Rouen  arrivano con campane, tamburi meccanici, un coro monacale ed i loro canti in latino. Un concerto mistico ed esoterico. Impreziosito da visual e filmati assurdi, ben calibrati e surreali che hanno impreziosito una scenografia perfetta  e curata in ogni particolare. In un puro gusto gotico medievale, senza essere kitsch o troppo barocchi, la band ha eseguito un’esibizione che ha circondato il pubblico, penetrando in mezzo alle file degli spettatori per mostrargli la carne magica delle loro canzoni (per maggiori dettagli guardate il video nda). Da seguire e soprattutto da riscoprire visto che sono attivi dalla fine dal 1984.
Con i GO Flamingo! Si prende un’altra piega. Il cambio è un po’ incoerente e spiazzante, visto che si passa dall’estasi ad una muscolare wave-post punk tirata ad alta velocità. Ci serviranno però come riscaldamento per gli ultimi del lotto, gli inglesi UK DECAY.
Quest’ultimi sono un caso bizzarro. Dal suono prettamente punk-hardcore, sono riusciti a inserirsi pienamente nel mondo del Moonlight. Ottima esibizione, muscolare, diretta.

Ed eccoci arrivati alla fine. Vi voglio lasciare però con qualche altra parola per un evento che non era solo concerti ma anche conferenze su libri, esibizione di costumi, momenti di incontro per un sottomondo di culture che nel nostro paese ha sempre meno spazio per esprimersi e comunicare al suo interno.

a cura di Michele Guerrini

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=MO5Le2EDV3s[/youtube]

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