Ha lasciato un segno indelebile nella musica dalla fine degli anni 80 ad oggi, non è stata compresa, è stata emarginata e dimenticata e oggi anche chi la ricorda con passione forse non riesce a nascondere del tutto una certa ipocrisia. La musica e il talento di Sinéad O’Connor non dovranno mai essere seppelliti dal tempo.
Tra alti e bassi, i Blur rappresentano una delle vette più alte raggiunte dalla musica inglese degli anni ’90. Damon Albarn e soci sono sempre riusciti a fare della resilienza la loro qualità maggiore, regalandoci alcuni dei dischi più importanti della musica popolare contemporanea.
I Melvins sono la dimostrazione vivente di come la musica alternativa possa esserlo davvero, solo che farla per così tanti anni di seguito, viverci e farla proliferare, non è cosa che chiunque possa permettersi di fare
La musica degli Swans è sempre stata un ignoto; un ignoto profondissimo, sporco, maestoso, una magia nera con cui Michael Gira piace giocare ogni volta, mutandone forma e scopi.
Pensavamo fosse vessillo del profano e ce lo siamo ritrovati cantore del sacro, ma forse abbiamo sbagliato noi fin dal principio ad investirlo di un ruolo e di un’aura che non aveva e che in fondo non ha mai richiesto.
Freese è così, piazza un paio di fill poi parte uno stomp atterraelefanti e tutti sono costretti a seguirlo sulla tortuosa strada infernale che ha preso. Lo vedi da come si muove che la batteria è estensione del suo corpo e, se ci credete, pure dell’anima. Ritmi sanguinosi come piovesse plasma, un suono unico
Fa strano fermarsi e rendersi conto che è già passato tanto tempo senza la sua ironia, il suo sarcasmo garbato, la sua gentilezza. Giorgio Gaber fu un intellettuale, pur senza avere una cattedra. Un artista che ha saputo raccontare la cultura di massa, dalla canzone alla televisione, per poi inventarsi un nuovo autentico modo di comunicare.
È vero, l’amore non dura per sempre: ma può sempre durare tutta la vita. Se cerchiamo una prova di quanto la storia dei Low sia stata speciale, la possiamo trovare nella discografia che lasceranno ai posteri. 13 dischi tutti quantomeno ispirati se non eccellenti, al limite sofferti o spiazzanti.
Senza i Sonic Youth la musica che ascoltiamo oggi non sarebbe la stessa, noi non saremmo gli stessi. Ne ripercorriamo la carriera attraverso alcune delle canzoni più significative.
Una discografia che si riduce a 2 soli album, ma che racconta la storia intensa e unica di un brit pop che sapeva di socialismo e rivoluzione.
È normale che le band si evolvano e crescano seguendo ciò che per loro è più artisticamente affine, ma la virata decisamente drastica che ha intrapreso la band di Ocala, Florida negli ultimi anni ha fatto perdere loro l’identità, restando non più un giorno da ricordare, ma un ricordo che speriamo possa ritornare.
Una band rock, per dirsi tale, può essere solo una cosa: pericolosa. I Tomahawk lo sono sempre stati e non hanno mica smesso
“Non esiste altro complesso che sappia incarnare meglio la capacità di essere più grandi della somma delle parti”, diceva di loro il Boss. Santi subito, diciamo noi. In certi casi la Rock’n Roll Hall of Fame non è abbastanza.
Icone sempreverdi, popstar a tutti gli effetti. Inutile soffermarsi a cercare di comprenderne i motivi. Facciamo invece una cosa, oserei dire, rivoluzionaria: parliamo di musica. Vi va?
Chitarre distorte, tastiere che suonano a chiesa, strumenti di varia origine che appaiono all’improvviso nel tessuto sonoro. Una volta, forse anche oggi, si definiva musica psichedelica. Ma sarebbe riduttivo.
Cercatori d’oro tanto tra i solchi impolverati di un vinile, quanto in studi milionari circondati dai meglio pagati professionisti del settore, l’eredità dei Daft Punk è ben più consistente di una manciata di motivetti memorizzabili in due secondi e ballabili di sicuro impatto
Una reputazione di villain cementata dalle proprie azioni concrete, figura iconica e misteriosa, schivo e riservato ai limiti della sociopatia. Il vuoto che ha lasciato Daniel Dumile sarà incolmabile.
Forse era un filosofo, oppure un cineasta, non ne sono certo. L’ho pure visto cantare in tv una canzone in slang napoletano al fianco di uno col gilet colorato che suonava il clarinetto. Ma sì dai in fin dei conti forse era uno di quelli che vendeva computer grandi quanto un condominio, ma poi forse non ne sono del tutto certo.
Quello che ha sempre colpito degli AC/DC è il loro desiderio di fare musica, di fare concerti, di dare la carica sempre e comunque. Di non prendersi maledettamente sul serio in un mondo in cui chiunque si crede un artista arrivato.
Storia di un cantautore e rocker affermatosi solamente con la convinzione di potercela fare da solo con le proprie forze e senza santi in paradiso. Sempre al fianco di un pubblico caloroso, in una sorta di patto fraterno che dai Campi Flegrei arriva sino ai giorni nostri.