Impatto Sonoro
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Back In Time

Sogno di una notte di fine estate: “Heaven or Las Vegas” dei Cocteau Twins

heaven or las vegas

I Cocteau Twins ci ricordano che possiamo ancora provare empatia verso noi stessi e verso il prossimo con uno degli album più belli ed emozionanti degli anni Novanta.

Il secondo matrimonio di Angelo Badalamenti: “Music from Twin Peaks”

Un immaginario che alterna in maniera magistrale le atmosfere e le melodie che vanno a mirare all’inconscio e alla realtà dei sogni. Un lavoro mastodontico che racconta una storia mastodontica

Luci ed ombre dell’amore: “Vespertine” di Björk

bjork vespertine

“Vespertine” è uno dei dischi che meglio rappresentano la produzione di un’artista che ha sempre cercato di conciliare la canzone pop con numerose sperimentazioni musicali, in una maniera – duole dirlo – molto più efficace rispetto a diversi tentativi compiuti negli anni più recenti.

“Ascoltiamo un vecchio disco?” – “A Rush of Blood to the Head” dei Coldplay

coldplay rush

“A Rush of Blood to the Head” è un disco che distilla emozioni. Una costante e camaleontica metamorfosi di colore per adattarsi al singolo ascoltatore. Un disco da riascoltare, ad anni di distanza, per apprezzarne ancora sonorità e versi. E scoprire poi che un po’ si incolla alle dita. Agli occhi. Al cuore.

“Fantastic Planet” dei Failure, un tormento discografico nell’epoca post-grunge

Nonostante band come A Perfect Circle e Paramore avessero portato cover come ‘The Nurse Who Loved Me’ e ‘Another Space Song’, ci penserà successivamente l’avvenimento di Internet a dare una nuova luce ai Failure, facendo recuperare “Fantastic Planet” alle masse, proiettandolo addirittura come terzo miglior album uscito negli anni ’90 definendolo un cult da riscoprire

Il gelido e incantato inverno di “The Mantle” degli Agalloch

Ciò che ha sempre contraddistinto gli Agalloch da altre band della scena sta proprio in questo: entrare nell’immaginario collettivo delicatamente, quasi in punta di piedi, lasciando però un segno ben evidente del proprio passaggio

Hardcore for hardcore: “CVA” dei Paint It Black compie vent’anni

cva paint it black

Un carro armato. Una valanga che faceva più casino dei temporali in pianura, pronti a cessare le ostilità dopo uno sfogo di pochi minuti. Diciassette canzoni per altrettanti strappi ed altrettanti modi per descrivere sofferenza, apatia e necessità di ricominciare. Una battaglia sino all’ultimo respiro contro parassiti, ignoranza e volgarità.

A Dio e per noi: “The Artist in the Ambulance” dei Thrice compie 20 anni

thrice artist ambulance

“The Artist in the Ambulance” proiettò i Thrice nel mondo del rock alternativo da classifica, il tutto senza snaturare o dimenticare l’anima post-hc che li contraddistingue ancora oggi.

Politica e distorsione: “Dirty” dei Sonic Youth

sonic youth dirty

Pennellate pop su tele grunge. “Dirty” è un album ancora capace, dopo oltre trent’anni, di accompagnare l’ascoltatore in un viaggio onirico e psichedelico tra i portali del tempo. Un disco emotivo ed espressivo, destinato a non invecchiare mai.

“Stag”, un viaggio musicale nei luglio infernali degli ultimi ventisette anni

Se dovessi descrivervi con una parola questo album, come per tutti gli altri dei Melvins oserei dire “disadattato”

“A Saucerful of Secrets”, ovvero di come nacquero i Pink Floyd del futuro

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“Saucerful” è l’embrione dei nuovi Pink Floyd, il primo passo verso la leggenda conosciuta in tutto il mondo

“Gold Against The Soul”, la meravigliosa transizione dei Manic Street Preachers

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L’elemento cardine di “Gold Against The Soul” è la personalizzazione dei testi, una caratteristica peculiare di Bradfield e soci, che li rende efficaci come una band punk e al tempo stesso romantici come quattro songwriters. È questo romanticismo che ce li fa amare da 30 anni, ininterrottamente.

Il colore dello struggimento, dieci anni di “Sunbather”

La musica deve ergersi, e quella del secondo album dei Deafheaven è un gigante che scintilla e sbuca dalla nebbia, prende il cuore e lo divora ma non lo macella, lo rinnova trasformandolo

“Some Girls”: l’ultimo grande disco dei Rolling Stones, in attesa che Keith finisca in prigione “per un periodo più lungo”

some girls rolling stones

Con “Some Girls” i Rolling Stones tornano a sfornare un gran disco, dopo il quartetto di uscite eccezionali tra il 1968 e il 1972 e il successivo lustro di stanca. La band torna a registrare un picco artistico e, malgrado la concorrenza di altri e nuovi generi, registra altresì il massimo picco commerciale.

Un colpo di pala al thrash metal. “St. Anger”, i Metallica e gli anni perduti del cambiamento

Se tutti suonavano perfetti, i Metallica volevano e sceglievano scientemente la strada del lo-fi, della lordura finale e di una ferocia brutale e secca. Sembravano voler seppellire per sempre l’epoca da loro stessi creata negli ’80 con un colpo di pala ben assestato

Avril Lavigne, “Let Go” e la ribellione mainstream degli anni duemila

Nonostante tutto, non me la sento di buttare completamente a terra un album come “Let Go”. Un album che rientra nel filone pop-punk dei primi anni duemila ma che, rispetto a suoi predecessori del genere o anche a molti suoi contemporanei, qualcosa da dire ce l’ha

I 40 anni di “Speaking In Tongues”: non ci eravamo mai divertiti così tanto con i Talking Heads

Visto a posteriori, “Speaking In Tongues” è l’inizio della fine. Da lì in poi, abbiamo continuato a seguire i Talking Heads fanaticamente e attentamente, mentre crescevamo, comprando tutti gli album che sfornavano. La verità è che ci siamo divertiti con questo disco all’epoca, come mai ci eravamo divertiti prima con le teste parlanti.

“Shrink”, i venticinque anni del capolavoro minore dei Notwist

Un capolavoro minore tristemente sottovalutato. Un’eccezionale fusione di stile, dall’indie all’elettronica, passando per l’ambient e le influenze jazz, pur conservando un impulso rock

“Hot Rail” dei Calexico, cronache da una terra di confine

calexico hot rail

È facile immaginare la musica dei Calexico come la colonna sonora di un ipotetico viaggio on the road lungo quella linea di frontiera tra il deserto e la polvere dell’Arizona ed il Messico. Nessuno come la band di Tucson ha saputo rendere meglio le tipiche sonorità di quelle terre di confine molto differenti tra loro, seppur contigue.

“Amatoriale Italia” dei Luminal, il feroce iperrealismo della generazione Phazyo

Avvalendosi della sola sezione ritmica, 10 anni fa diedero alle stampe un disco anomalo, nato senza genitori e rimasto senza eredi. Anticiparono la crisi dell’indie italico e l’esigenza di esternare il soffocante degrado sociale attraverso una comunicazione violenta e grottesca.