Impatto Sonoro
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LIARS – Locomotiv Club, Bologna, 27 ottobre 2012

Prima data italiana per i Liars, in tour per presentare WIXIW, il sesto album della band americana nata all’inizio dello scorso decennio a NYC. L’eclettico Angus Andrew arriva nella rossa sala del Locomotiv insieme ad Aaron Hemphill (ossigenato più che mai) ed il batterista Julian Gross, pronti ad esibirsi in un live all’altezza diWIXIW. Una bella sfida. L’esibizione parte dalle ultime canzoni per poi ripercorrere la storia della band. Ed è una gran bella storia.

Con il disco d’esordio They Threw Us All in a Trench and Stuck a Monument on Top (datato 2002), ci si immergeva nel punk-funk newyorkese, arrivando poi, due anni dopo, al trionfo di un post-punk magico ed inquietante di They Were Wrong So We Drowned: Angus Andrew si trasforma in santone creando un album stregato, eretico e paranoico.
Dal 2004 i bugiardi si trasferiscono a Berlino, location più minimal della metropoli americana, e fanno uscire Drum’s Not Dead, il terzo album per la band. E ancora suoni nuovi e sperimentali; le innumerevoli influenze musicali si fondono ancora una volta alla perfezione. Con Liars (2007) e Sisterworld (2010), usciti con etichetta Mute come i precedenti, ritorna la complessità compositiva tipica della band.
Non si intravede ancora la luce, ma solo la spiritata cupa potenza dei Liars. Ed ecco che arriva il palindromo WIXIW (da leggere Wish You), uscito quest’anno, ancora per Mute Records. Torbido, oscuro, di difficile ascolto e comprensione, ma incredibilmente bello proprio per l’aura enigmatica che lo avvolge; un disco sublime e oscuro, dal contenitore al contenuto.
Angus Andrew, che letteralmente si mangia il microfono, inizia a cantare con il viso ricoperto di capelli. Da WIXIW arrivano Octagon, buia e depressiva, No.1 Against The Rush, bellissimo brano electro-rock, e Brats, hit già anticipata da un video geniale: il ritmo è più ‘comprensibile’ ma assolutamente irresistibile. E’ la volta di A Ring On Every Finger e Flood To Flood, più psichedeliche, e della title track: Angus si scaglia follemente sui piatti. I ciechi rintocchi sempre più vicini rendono ancora più grande una canzone già geniale.
Si torna poi all’energia primitiva di We Fenced Other Houses With Bones of Our Own (“Fly, fly, the devil’s in your eyes. Shoot! Shoot!” riecheggia inquietante tra il pubblico) e Plaster Casts Of Everything. I bugiardi concedono il bis e sul finale la ballata The Other Side of Mt. Heart Attack ci emoziona con la sua soave melodia.
I Liars sono una band fuori dal comune, eccezionale su disco e ancor più dal vivo: difficile sapere cosa aspettarsi da Angus e compari in un futuro prossimo.

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