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Interviste

MeglioDelSesso #2: intervista a GIOVANNI TRUPPI

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Quando ho ascoltato per la prima volta “Amici nello spazio” ho pensato che volevo fare disperatamente mille domande a quel tipo pelato che al primo maggio di Taranto non aveva rivolto la parola a nessuno, perché anche io non riesco a tenere le cose che amo, perché la verità è impura e perché il suono del motore della barca che parte sul finale ogni volta mi devasta.

Poi ho ascoltato tutti gli altri pezzi di Giovanni Truppi e la domanda è cambiata: “Giovanni, sei ricchione?”

Fra questo disco e il precedente ci sono un sacco di riferimenti a uomini ai quali vuoi bene/chehaibaciato/chetifannovolare. Giovanni, sei ricchione?
No.
Devo però dire che la domanda, anche se legittima, è fondata su presupposti erronei. Nell’amore tra uomini di cui racconto non c’è mai desiderio: anche in Superman (che comunque non racconta un sogno che ho fatto io), nonostante ne parli per tutto il tempo, l’amore fisico è talmente sublimato da diventare altro.
La domanda me la sarei fatta di più perché ho scritto “Cambio sesso per un po’” o perché magari si vede che ho una parte femminile particolarmente sviluppata… ma comunque no, mi piacciono le ragazze.

Mi racconti come è nata la copertina di questo disco e se questo disco è nato perché alla fine “il cuore l’hai liberato?”
Quando si è trattato di trovare la copertina de “Il mondo è come te lo metti in testa” ho chiesto un’idea a Maurizio Cogliandro (il fotografo che mi fotografa di solito) e lui mi ha proposto di fare una specie di foto di gruppo con tutti i personaggi delle canzoni: da Sabino a zia Teresa. Anche se poi la copertina del disco è stata un’altra, l’idea mi era piaciuta parecchio e quando mi sono reso conto che anche questo disco era pieno di personaggi (anzi, se vuoi, pure in una maniera più precisa del precedente) ho pensato di riciclarla.
Avevo conosciuto Cristina Portolano (l’autrice della copertina) durante l’estate e ci eravamo reciprocamente fatti tanti complimenti, quindi ho pensato di chiederle se le andava di provare a lavorarci.
Le ho parlato della foto di gruppo e di Bosch, lei ha fatto il resto.
Credo che a liberare il cuore ci vorrà molto molto tempo.

Il concerto più bello che hai fatto.
Sono giorni che ci penso, ma non te ne posso dire solo uno: ci sono i concerti che ho fatto con il mio primo gruppo “Le Baccanti”, ci sono i concerti che ho fatto in duo con Marco e quelli da solo, quelli all’Angelo Mai ed ora quelli con Motta e Turella. Sono tutti diversissimi tra loro ma in ogni gruppo ce n’è almeno uno che per me è stato fondamentale. Ci sono le volte che suonavo la domenica a messa ed era fantastico perché ero piccolo e solo quei concerti potevo fare, una volta ho suonato al funerale del padre di una persona cara ed è stata una cosa fortissima… non posso proprio sceglierne uno solo, Alessandra.

Credi in Dio?
Sì.

Hai mai pensato che un alieno vestito come Robin Hood viva nella tua testa e ti suggerisca i brani da mettere nei tuoi album?
No.

Dimmi cosa vedi ora fuori dalla tua finestra.
Il giardinetto di casa, i rampicanti che devo potare perché d’estate diventano incazzati neri, la gatta del condominio che mi dà le spalle – immobile da almeno dieci minuti – fissando l’aiuola.

Con cosa fai colazione?
Sono troppo contento di rispondere a questa domanda: muesli con yogurt, fette biscottate con la marmellata, frutta, thé.

Hai paura degli insetti?
Non particolarmente.

Da quando ti conosco hai sempre una canotta arancione sbiadita. Perché ti piace tanto?
Trovo che mi doni parecchio. E ci sto comodo mentre suono. Sono felice che dici che è arancione sbiadita, perché altri hanno detto che era rosa e ho avuto paura che c’era un motivo in più per cui potevo sembrare ricchione.

Come sta andando Giovanni?
Lento, storto, facendo deviazioni assurde, portando pesi inutili e schivandone altri che magari avrebbe più senso provare a portare. E bene.

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