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Interviste

Intervista agli STORM{O}

Storno

Tornati lo scorso febbraio con il nuovo album “Ere” (qui la nostra recensione) gli Storm{o} si sono confermati una delle realtà più interessanti del panorama post-hardcore italiano. Ne abbiamo approfittato per incontrarli e sottoporgli qualche domandina.

Sono passati 4 anni tra l’uscita di “Sospesi Nel Vuoto Bruceremo In Un Attimo E Il Cerchio Sarà Chiuso” e quella di “Ere“: raccontateci un po’ la genesi del vostro nuovo lavoro!
Credo che uno dei tratti peculiari degli STORM{O} sia che non ci si mette mai a tavolino e si decide di fare un disco. La musica che facciamo è più che altro una necessità e I dischi non sono altro che la somma delle nostre vite, degli anni che passano. “ERE” credo sia questo; il tempo che diventa musica.

Nonostante reputi il vostro sound molto compatto vi è possibile scorgere molteplici influenze. Quali sono i gruppi a cui vi ispirate? C’è affinità tra i vostri gusti individuali?
Personalmente ho sempre apprezzato molto l’attitudine e la capacità di rinnovare continuamente il panorama musicale di quelli che sono stati gli Alpinist, poi Jungbluth ed ora Criminal Body. Sicuramente poi ascoltiamo cose anche molto diverse e se ti fai un giro nel nostro furgone puoi trovare collezioni di tape arsh noise di fianco ai dischi di Rihanna passando per le G.L.O.S.S. e gli At The Gates. Ognuno procede nella sua personale ricerca musicale e la somma della parti da vita agli STORM{O}.

Avete fatto una cover dei Nerorgasmo e fra poco aprirete il tour di Ere con 72 ore di concerti non-stop. Come pensate sia mutato l’hardcore in Italia da quando avete iniziato a suonare ad oggi? è ancora una scena prolifica?
Scusa, non sono bravo a farmi intervistare e ci ho messo talmente tanto tempo a rispondere che ormai le 72 ore del release hanno fatto in tempo a diventare un bellissimo ricordo. Per rispondere alla tua domanda, credo che suonare nel modo in cui lo facciamo noi voglia dire sentirsi a casa dovunque tu vada. Sapere che quando scenderai dal furgone troverai qualcuno ad aspettarti con un drink in mano e felice di rivederti dopo mesi. Questo senso di comunità per me è unicamente andato ampliandosi negli anni ed è forse il debito più grande che ho nei confronti della musica che facciamo.

Siete esplosi relativamente da poco tempo nonostante siate in giro a suonare da più di 10 anni. C’è stato un momento che a tal proposito è stato decisivo nel segnare la vostra carriera?
Non credo, sicuramente l’uscita di ognuno dei dischi ci ha via via aperto possibilità nuove ma riesco a comprendere gli STORM{O} unicamente come un lungo percorso ostinato costituito da una miriade di tasselli minuscoli. Ogni live in ogni scantinato davanti a tre persone, ogni chilometro, ogni delusione ed ogni piccolo traguardo è stato fondamentale per andare avanti e dare forma a quello che siamo. Continuiamo semplicemente a camminare per la nostra strada, un passo alla volta.

Nei testi di Luca sono ravvisabili elementi riconducibili a un immaginario fantastico, talvolta sospesi tra lo splatter e il paranormale. Inoltre l’open track del nuovo disco si chiama come uno dei più grotteschi b-movie degli ultimi anni. A quali linguaggi vi ispirate oltre la musica? (Cinema, Letteratura,Saggistica)
Personalmente leggo moltissimo, faccio fatica a trovare qualcosa che mi piaccia davvero e quando succede lo rileggo miliardi di volte. Agota Kristof è sicuramente quella che preferisco e di cui continuamente e complessivamente ricomincio da capo gli scritti. L’attenzione maniacale al corpo, alla relazione come manifesto di qualcosa che va oltre e le sue immagini crude che ti prendono a schiaffi sono le cose che amo di più. Per quanto riguarda Taxidermia, mi sembra che quanto appena detto venga tradotto più che bene dalle immagini della pellicola. Mi piaceva l’idea di riportare a quel tipo di scenario un testo che altrimenti poteva essere inteso diversamente.

Quanto l’essere dei musicisti converge con la vita privata? Avete necessità di mediare tra le due cose?
Credo più che altro che il suonare determini completamente la nostra vita privata ma va bene così.

 

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