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“Pablo Honey”, la prima pietra della Torre di Babele dei Radiohead

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Pablo Honey” è un nome inusuale per un disco, fu Thom Yorke a proporlo dopo averlo sentito in una cassetta di scherzi telefonici, precisamente in quello in cui uno dei membri dei Jerky Boys si fingeva la madre di un certo Pablo.

Per molti è stato un esordio sfalsato rispetto alla grandezza che raggiungeranno i Radiohead in seguito, ma io non l’ho mai visto in questo modo. Sì, sonorità sono molto semplici, un classico british rock, ma a ben guardare ci sono cose che di solito nei gruppi di quel genere non si trovano. Del tipo, avevate mai notato che la strofa di You è in 23/8? 

Anche Ripcord ha una metrica non lineare, ed in generale in ogni pezzo del disco c’è qualche gioiellino musicale che magari non tutti notano, ma che tutti percepiscono come qualcosa di poco sentito e per questo molto particolare. La stessa Creep, croce e delizia di Yorke e soci, è nata dalla volontà del chitarrista Jonny Greenwood di sabotare l’esecuzione del pezzo, è stato il disprezzo a suggerire quella cascata di distorsione repentina e violenta; non gli piaceva proprio quella canzone, anche se rimane tutt’ora il singolo più famoso della band dopo più di 25 anni di carriera.

Per me Creep è stato un lampo a ciel sereno, un pezzo che aveva la delicatezza delle migliori ballate e la violenza del miglior noise. Ma quello che mi ha colpito più di tutto è stato il modo di suonare la chitarra di Jonny Greenwood, lui non suona di polso e nemmeno di gomito ma colpisce violentemente le corde con tutta la spalla, prima di lui non pensavo fosse possibile suonare in quel modo, la sua influenza sul mio modo di intendere e di suonare la chitarra è incalcolabile.

Pablo Honey” per me è stato il primo tassello, seppur conosciuto ovviamente dopo la sua uscita (nel 1993 avevo 4 anni), di una carriera che mi ha ispirato e continua ad ispirarmi per la sua intensità artistica, per la sua schietta originalità e per la sua abbondanza di influenze e stili musicali, che non ho mai più mai trovato in nessun’altra band. 

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