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Première

VideoPremière: L’AVVERSARIO – Sangue Sangue

L'avversario

L’Avversario – pseudonimo di Andrea Manenti, cantante, autore e polistrumentista di Varese – è un progetto musicale che attinge dichiaratamente (fin dal nome) a piene mani dalla letteratura in cerca di spunti utili all’espressione del suo autore.  

Sangue Sangue” è il suo nuovo album, in uscita il prossimo 4 ottobre su New Model Label. Il concept di questo secondo disco – che arriva ad un anno di distanza dal precedente “Lo Specchio” – parte da una visione orrorifica, materialistica, in cui l’essere umano non è altro che una macchina biologica in preda ai più stupidi e basilari istinti egoistici e di autoconservazione. Non c’è speranza, c’è solo un inesorabile fiume rosso sangue che indovina il suo percorso tra gli edifici della città, travolgendo per inerzia valori e sentimenti, ineluttabile e cieco.  

Lo stile di “Sangue Sangue” è basato sulla lentezza e sulla ripetizione ossessiva di pochissime note, un suono anestetico che esorcizza l’inferno di frustrazione che vuole descrivere, i testi sono ridotti all’osso. Il disco, concepito in sala prove insieme alla band che accompagna L’Avversario dal vivo (Andrea Tsuna Tomassini alla chitarra, Ivan Schapira alla batteria e Francesca Tavino al basso) è stato registrato presso La Sauna New Recording Studio (Varano B. – Va) con un approccio “vintage”, crudo, senza sovraincisioni e suonando tutti contemporaneamente. Si è badato soprattutto alla resa dei brani in termini di impatto emotivo. La voce filtrata e in autotune è una scelta all’insegna del “togliere”, intende infatti privarsi della “troppa umanità” per diventare sintesi di un messaggio di disumanizzazione, in contrasto con gli strumenti e il loro suono pieno, caldo e appoggiato sul tempo.

Minimalista, nero, disperato e ipnotico, il nuovo lavoro de l’Avversario, “Sangue Sangue” si ispira al pensiero di J.P. Sartre, A. Schopenhauer, agli scritti di M. Houellebecq, T. Ligotti e alle suggestioni postcapitaliste di k-punk/M. Fisher.

Per contrastare la nebbia cognitiva, il Rumore Bianco che ci ingloba, che vampirizza
le nostre ore, questa musica chiede tempo di ascolto, non accetta di essere un
prodotto da consumare istericamente.
Non siamo fatti per vivere così.

L'avversario 
Di seguito vi presentiamo il video della title-track, primo estratto dal nuovo lavoro.
Il videoclip racconta una città buia, scarnificata, dissanguata, metafora di un’epoca spenta e decadente, priva di socialità e minata dalla paura e dal dubbio verso l’altro, chiunque esso sia. Roma in questo video non è assolutamente quella reale, ma si trasforma in una metropoli dark, inanimata (non si vedono persone per strada, eccetto uno sparuto gruppetto di ragazzi su un ponte male illuminato) ma piena di segni umani ovunque: i graffiti, le architetture, le sopraelevate e gli edifici, la città stessa e infine le automobili, unico indizio di vita e movimento in cui le persone stanno inscatolate, isolate nel proprio spazio privato come lo sono nei propri dogmi, nelle proprie privatissime certezze e convinzioni.

Buona visione!

 

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