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The Punk Box

THE PUNK BOX #4: Xenu & The Thetans, Ladrones, Toni Crimine, Le Carogne, Not Moving L.T.D., Ferox

The Punk Box

Un asse italo-sudamericano ci guida in questo quarto volume del Punk Box; come al solito, un invito a ri-ascoltare alcune cosucce punk uscite negli ultimi mesi del 2019 che magari vi sono sfuggite. Roba sotteranea e che scotta, fatevi sotto sbarbini!

Xenu & The Thetans – S/T (Slovenly Recordings)

Partiamo col botto, perchè questo disco è una mina. Brandon Welchez dei CROCODILES un bel giorno parte da San Diego e finisce a Città Del Messico. Non chiedeteci perchè; quel che ci interessa è che qui stringe amicizia con quel pazzerello di Johnny Otis Davila dei Davila 666. Da qui a formare il “supergruppo” Xenu & The Thetans (nome derivato da Scientology: sembra che Xenu fosse un feroce governatore intergalattico, responsabile di un genocidio universale…) il passo è breve, come breve è il 12” che segna il loro esordio (gira a 45 giri, 12 pezzi tutti sotto i due minuti o quasi), ma la qualità è altissima: punk primitivo con il chili che cola dalla bocca, suoni scarni e selvatici, un tiro che deve molto al punk/hc americano degli anni 80 (Bad Brains, Black Flag) quanto a certa zozzeria garage punk anni 90 delle bands targate Crypt. Il risultato è un mix di velocità e melodia (i pezzi i ragazzi li sanno scrivere) che esalta già al primo ascolto. Il tutto cantato in spagnolo. Brani consigliati: Amigos Muertos, El Dia Perfecto (cover di This Perfect Day dei Saints), Muy Ocupado.

Ladrones – S/T (Slovenly Recordings)

Ancora Messico, questa volta San Juan. Ancora punk rock sparato a mille e sempre cantato in spagnolo, col santino dei Reatards e dei Teengenerate ben piegato nelle tasche dei calzoni lerci. I Ladrones, capitanati dalla sguaiatissima Valeria Sanchez, suonano un aggressivo garage rock’n’roll molto vicino, anche qui, all’Hardcore americano degli anni 80. Grande energia, buon impatto, manca forse un po’ quella capacità di scrittura che possiedono i compagni di etichetta Xenu & The Thetans e che quindi rendono i brani alla lunga troppo omogenei, ma se volete roba da pogo e da birre in testa, i Ladrones faranno al caso vostro.

Toni Crimine – S/T (Area Pirata, Orfan Records)

Dopo 15 anni tornano i pisani Toni Crimine con intenzioni oltremodo belligeranti; il sound di questo album omonimo ci è piaciuto per il suo essere veramente senza compromessi e senza ammiccamenti di sorta verso la famigerata scena indie nostrana, nonostante il featuring di prestigio di Andrea Appino degli Zen Circus sul singolo Tappeto. La band parte a rotta di collo già nell’iniziale Linoleum, non lasciando mai il piede dall’acceleratore per i restanti 13 pezzi. Speed punk con evidenti punti di contatto con gli Zeke e con la scuola scandinava di Turbonegro e Glucifer, cantato in italiano con testi tra il sarcastico e l’irriverente. Il quadro è chiaro, i riferimenti pure, il risultato più che buono, per un album che farà ancora più faville quando presentato in sede live. Se siete curiosi, Appino se la cava bene su Tappeto; come prossimo singolo, consigliamo umilmente Saltai su di lei.

Le Carogne – Tutti Fuzzy (Area Pirata, Party Tonite, Crab Sound, Tadca Records)

Le Carogne festeggiano con questo “TuttiFuzzy” i 10 anni di attività; quarto album per la band, con l’evidente vessilo del Sixties Garage ben visibile sulla nave. Il giro di organo dell”iniziale A tua immagine e somiglianza sta lì a dimostrarlo: ben riconoscibile, potrebbe uscire da un qualsiasi album di un qualsiasi gruppo revival garage degli anni ’80. Poi però parte quella coda arrabbiata, vagamente pischedelica, che fa decollare il brano. Diciamo quindi che il disco si muove tutto su questa dicotomia tra suoni, diciamo così, abbastanza codificati, e digressioni dark e psych piuttosto interessanti (ascoltare anche Night And Years, o l’attacco di Screen Addicted). Le Carogne sanno suonare, la sensazione è che, se sapranno scrollarsi di dosso soluzioni garagiste al momento un po’ scontate, potranno regalarci della musica ancora più convincente in futuro. La conclusiva Monster (oscura e disperata noir song) possa essere da esempio.

Not Moving L.T.D. – S/T (Area Pirata)

Esponenti di spicco del movimento neo garage anni 80 italiano (e non solo), i Not Moving non credo abbiano bisogno di presentazioni: è una piacevole sorpresa scoprire quindi che tre membri originali (il chitarrista Dome La Muerte, Antonio Bacciocchi alla batteria e Rita Lilith Oberti alla voce) abbiano deciso di far ripartire il motore, coadiuvati dalla seconda chitarrista Iride Volpe. Il ritorno è affidato al classico formato punk, ovvero il 7”: un pezzo nuovo sul lato A, Lady Wine, fumoso e tossico r’n’r sulla scia di Gun Club e Birthday Party; sul secondo lato due classici risuonati per l’occasione, Spider e Suicide Temple. Attendiamo fiduciosi nuovi sviluppi; per il momento, bentornati.

Ferox – S/T (Rave Up Records)

Chiudiamo il quarto volume del Punk Box con l’esordio dei romani Ferox; e qui bisogna subito spezzare una lancia in favore del punk capitolino, una delle migliori scene “sottoterra” della nostra penisola. Gli antesignani Bloody Riot e Klaxon, Alex Vargiu con i superlativi Bingo e poi con i Dissuaders, i Taxi (poi diventati Giuda, questi dovreste conoscerli tutti…), i Transex, gli Idol Lips, eccetera eccetera perchè abbiam paura di dimenticare qualcuno. Insomma, se parliamo di Punk 77, Roma è una città che non ha paura di mostrare i muscoli. I Ferox continuano la tradizione pubblicando un esordio fiero e spensierato; fiero perchè è punk r’n’r di strada che non si vergogna di omaggiare i maestri: l’attacco di Serata ricorda Anarchy In The UK, Che Tormento è ancora più sfacciata nel somigliare a Psycho Therapy dei fratellini. Ma non parliamo ovviamente di plagio, quanto di un sincero tributo. Dicevamo che questo è anche un disco spensierato, perchè fa del sarcasmo acido dei testi un anello di congiunzione con il primo punk italiano di Jo Squillo e degli Skiantos. E la cosa funziona: il risultato è un disco eccitante, con i cori sempre sparati a supportare la voce, con almeno due-tre inni da cantare a squarciagola (Che dolore che piacere, Radical Chic, Vado fuori). Come dicono loro, “io sono punk e sono a posto”. E voi?

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