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Affinità-divergenze tra il compagno Battiato e l’ITPOP

Chiusi in casa da quasi un mese è facile perdere il senso dell’orientamento; così, quando qualcuno fa affermazioni sconclusionate come “Riapriamo le chiese” o “I testi di Battiato sono minchiate assolute” sentiamo l’immediata necessità di gridare a tutti dove ci posizioniamo in questa polemica, facendo uscire il René Ferretti che è in noi.

È un istinto primordiale: in una situazione polarizzata sentiamo la necessità di schierarci contro o a favore, senza capire le ragioni dell’altra parte, né le ripercussioni di quanto da noi affermato.

È davvero facile lasciarsi prendere dall’indignazione e dichiarare che i brani di Battiato appartengano di diritto alla musica alta; ma è più interessante notare come chiunque in queste ore abbia deciso di schierarsi dalla parte di Battiato lo abbia fatto senza alcuna analisi critica e senza pensare minimamente alle ripercussioni di questa sua presa di posizione.

Alcuni dicono “Michela Murgia che critica Battiato, è come se il Gabibbo criticasse Pasolini”. Perché? Chi l’ha deciso?

Altri dicono “Io non ho mai ascoltato Battiato per il significato dei suoi testi. Io ho ascoltato Battiato perché mi faceva ballare”. Ah, bene, quindi nessun problema a dire che non è un intellettuale.

Altri ancora “Battiato canta quelle frasi senza senso (che poi sono un rimando altissimo al metodo del cut-up di Burroughs) e ha fatto sognare milioni di persone”. Anche i Verdena, ad esempio, lo fanno da sempre: cantano frasi senza senso e hanno fatto sognare milioni di persone.

ORA LE TUE OSSA SI CORRODONO
EPPURE STAI NELL’ARIA
E CONTA PER ME

Fermiamoci un attimo. Nessuno nega l’abilità di Battiato nel mettere in musica delle suggestioni potentissime che sanno farsi strada all’interno dei cuori di una certa fascia sociale. Ma i Verdena fanno la stessa identica cosa. La fanno da sempre.

Una conseguenza di questo è quindi che non è possibile usare questa affermazione per dimostrare che Battiato sia un intellettuale senza affermare che anche i Verdena lo siano per la stessa ragione.

Ok, è una presa di posizione estrema. Nessuno si sognerebbe mai di dire che i Verdena siano degli intellettuali. Neanche loro stessi.

Quindi, quali sono le affinità? Quali sono le divergenze?

Le affinità sono semplici: entrambi si rifanno ad una forma poetica dove la parola è al centro del significato e con il suo suono contribuisce a creare dei paesaggi sonori emozionali senza la necessità di mantenere una coerenza logica tra le varie frasi che compongono i loro brani.

Le divergenze sono altrettanto semplici: Battiato disegna emozioni legate a domande esistenziali, mentre i Verdena mirano a descrivere relazioni umane più comuni. Infine, Battiato è spesso un citazionista.

Questo ultimo punto è forse il più interessante, perché ci porta alla seconda conseguenza: non si può difendere Battiato, senza rivalutare l’itpop.

LE VELLEITÀ
TI AIUTANO
A SCOPARE

Il citazionismo è infatti solo l’apice di uno schema che attraversa tutte le sue canzoni: Battiato è bravissimo a scrivere frasi decontestualizzate con cui il suo pubblico può identificarsi. La stessa identica cosa, se volete con meno maestria, che fanno gruppi come I Cani o cantautori come Calcutta. Tanto che “Cuccurucucu” potrebbe essere una hit itpop ante litteram.

Non vi sembra possibile mettere sullo stesso piano Battiato e l’itpop? E perché mai? Perché non fa parte di ciò che voi identificate come intellettualmente rilevante?

Probabile. Ma se ci pensate è davvero difficile dimostrare che i brani di Battiato abbiano più dignità letteraria di quelli di Calcutta, senza prenderlo per vero in modo assiomatico.

VESTO SCURO,
PICCHIO LA MIA TESTA
CONTRO IL MURO

Il nome di Calcutta si potrebbe sostituire con quello di Achille Lauro o Massimo Pericolo e il ragionamento filerebbe allo stesso modo anche per quanto riguarda la trap, e di conseguenza il rap.

Infatti, fin dagli albori del genere, anche gli MC più irrispettosi – più festaioli e legati al possesso e allo smercio di sostanze stupefacenti – parlavano ad un pubblico consapevole di quello che era il lessico di quel contesto, e che si identificava in certe parole, in certi codici e nel loro modo di essere – così pimp, gangster, capibanda o semplici affiliati – dovuto ad una condizione sociale che li ha disgregati in militanti e mostri.

Oggi la trap dice più o meno le stesse cose, ma – come ben dimostrato dai suoi massimi esponenti italiani – lo fa utilizzando un linguaggio poco variegato, che pur risultando a noi come culturalmente irrisorio, è stilisticamente pensato per comunicare ad un pubblico che si riconosce in quel lessico.

E riconoscersi in un brano non è forse ciò che avviene a voi quando ascoltate Battiato?

CHE ALLA LUNA SI SCOPRE ANTICHISSIMO, COME LE MANI DI TUA MADRE, LA CONCA DEL BRACIERE

Essere bravi a scrivere testi con cui un pubblico può identificarsi è sinonimo di essere intellettuali? 

No, ma per decidere che uno valga più dell’altro bisogna prima decidere cosa sia poesia e cosa non lo sia. E questo è un processo complesso che potrebbe portarvi a dire che alla fin fine le poesie di Bukowski erano delle minchiate assolute (come lui stesso ha spesso ribadito), in quanto non aveva di certo la padronanza linguistica di Cesare Pavese.

Ma lo sappiamo che sotto sotto a voi piace Bukowski, piace Battiato e vi fanno schifo i Cani. Pure a noi, tranquilli. Tuttavia, non è così facile prendere posizioni a riguardo. C’è sempre il rischio di lasciarci guidare dal nostro background culturale e credere davvero che abbia più valore di quello di qualcun altro.
E se questo è facilissimo quando dobbiamo confrontare i nostri gusti con i gusti di merda di qualcuno più giovane di noi (dai, lo facciamo tutti), non è altrettanto facile pensare che tutto sommato a Sergio Endrigo, Battiato poteva fare schifo per davvero.
È verosimile che il suo background culturale non gli avrebbe consentito di capirne la qualità e gli avrebbe fatto lo stesso effetto che a noi fa Calcutta.

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E poi va detto che gli “alternativi” italiani degli anni ‘70 avrebbero potuto gridare allo scandalo nel vederlo passare dalla musica sperimentale al pop e “portarsi via” una fetta di pubblico colto con un effetto simile a quello che l’itpop ha avuto sulla scena alternativa nella decade a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio.

Ha reso la musica colta accessibile a tutti senza fare fatica, ma non sempre questo ha spinto l’ascoltatore verso la musica sperimentale. Anzi quasi mai.

In qualche modo Battiato ha quindi gettato le basi per una continua involuzione della musica “alternativa” italiana, ma l’ha fatto senza volerlo ed anzi tentando in ogni modo di fare proprio l’opposto.

Tanto che il suo testimone è stato anche raccolto da grandi musicisti (Matia Bazar, Bluvertigo) che hanno provato a portarlo sempre più avanti, in una sorta di staffetta il cui obiettivo era fondere pop e musica alta, rock e musica sperimentale.

BATTIATO È UN INTELLETTUALE?

Ma proviamo a tirare le somme di quello che volevamo dire con questo pippone: Battiato è davvero un intellettuale?
Dipende.

Fuori dalla musica Battiato ha dimostrato più volte nella sua vita di essere un intellettuale di grande rilievo.

Nella musica, invece, è per eccellenza il poeta della suggestione; un pittore che sa dipingere paesaggi come solo i grandi della letteratura: ascolti Battiato, leggi Pavese, provi le stesse sensazioni.
È uno spirito guida che ti accompagna in luoghi fatti di domande, ma non ti indica le risposte. Se vuoi trovarle, devi essere tu a fare il lavoro sporco.

Battiato ha un suo pensiero, è indubbio. Tuttavia, ha scelto di trasmettere questo pensiero attraverso una forma letteraria che – seppur colta – non è certamente l’ideale per fare saggistica.

LA MASSA È PIRLA
NON SEGUIRLA

E alla fine, chiuso il discorso su Battiato, ciò che è importante sottolineare è che il fatto che noi ci crediamo intelligenti non rende intellettualmente più elevato ciò che ci ha formati. Milioni di persone potrebbero dare lo stesso valore a musica che per noi è insignificante.

Perfino Michela Murgia, che è più Paola Maugeri che Lester Bangs, ha il sacrosanto diritto di proferire insulsità e figurarsi una personale scala di valori musicali in cui Battiato è abbondantemente fuori dai gradini più alti (non osiamo immaginarli). E poi fare finta sia tutto uno scherzo. 

D’altronde, ascoltando attentamente Battiato, Calcutta o Achille Lauro, il minimo comune multiplo esiste ed è l’uso di frasi clickbait con cui è facile identificarsi. E questo è qualcosa che un intellettuale non farebbe mai. È un problema?

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