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Back In Time

“Zooropa”: gli anni ’90 secondo gli U2

Riavvolgere le lancette del tempo fino a quell’estate del 1993 rappresenta un’enormità di cose. Significa tornare a fare stage diving nei club di Seattle, dove il suono stropicciato del Grunge è diventato adulto e famoso grazie a band come Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden ed Alice In Chains e che raccolta l’eredità di gruppi seminali come Melvins, Screaming Trees, Temple Of The Dog, Green River e molti altri, è riuscito a spazzar via certe leggerezze musicali “cotonate” degli anni ‘80!

Sintonizzarsi di nuovo su quell’afoso luglio del 1993 significa entrare in un negozio di dischi e, causa i pochi soldi in tasca, vuol dire dover decidere tra l’acquisto di “Pablo Honey” dei Radiohead o “Siamese Dream” degli Smashing Pumpkins! Teletrasportarsi in quel caldissimo lunedì, giorno dell’uscita di “Zooropa”, significa veder muovere i primi passi a quell’Europa che da pochissimo si era unita in un coraggioso progetto tuttora in corso.

Un disco concepito come mini LP, il cui scopo principale sarebbe dovuto essere quello di raccogliere alcune nuove tracce rimaste sugli scaffali dalle registrazioni di “Achtung Baby”, da molti considerato come il disco più importante degli anni ‘90 assieme a “Nevermind” dei Nirvana. E poi niente, succede che un giorno Bono entra in studio di registrazione e se ne esce con un “E se ne facessimo un disco vero e proprio?” Lo stesso The Edge racconta di come in quel preciso momento una fragorosa risata sia scoppiata all’unisono tra tutti i presenti a quell’affermazione (Brian Eno e Flood compresi!).

Poi però inizia a tornarti alla mente come alcuni dei tuoi dischi preferiti dei Ramones o dei Velvet Underground siano stati registrati in una settimana, pochi giorni o addirittura 24 ore consecutive di immersione totale e anche nella testa del chitarrista degli U2 iniziò a farsi spazio la stimolante idea di provarci davvero.

Confrontarsi con un’eredità pesantissima come quella lasciata da un disco inarrivabile come “Achtung Baby” era praticamente impossibile da colmare e l’unico modo per non venirne schiacciati fu proprio uscire all’improvviso, senza troppa pubblicità, così come successe per “Zooropa” nel bel mezzo della leg europea dello ZooTv tour. L’album schizzò in vetta alle classifiche di mezzo mondo, comprese quelle più importanti di Stati Uniti e Regno Unito e fu da subito molto apprezzato dalla critica e da quella frangia di fan avvicinatisi agli U2 da “Achtung Baby” in poi. I riconoscimenti furono molto e l’anno successivo “Zooropa” fu addirittura premiato ai Grammy come miglior album di musica alternativa che per un band formatasi nei territori del rock classico è un po’ come se oggi i Daft Punk vincessero il premio per il miglior album di musica metal!

In quel preciso momento la band di Bono e soci era nel pieno di quella fase creativa iniziata con la meravigliosa cover di “Night and Day” di Cole Porter, in cui per la prima volta il celebre sound U2 era stato messo in discussione. Fase creativa che avrebbe portato di li a poco a quello scisma sonoro che fu “Achtung Baby”, che sarebbe proseguito poi con “Zooropa”, che avrebbe raggiunto il suo apice sperimentale con “Original Sountrack 1” del progetto Passengers e che si sarebbe poi concluso nel 1997 con “Pop”. Preciso momento in cui la fiamma che alimentava la voglia di reinventarsi ad ogni nuovo album si spense definitivamente.

Dopo “Pop”, quel suono che per anni era stato scomposto e decostruito tornò ad inseguire sonorità consolidate prima di quel fatidico 1991. Gli U2 sono tutt’oggi una grande live band, tra le migliori, ma in quanto ad album, niente di sostanzialmente degno di nota è stato più prodotto dagli anni 2000 in poi e non me ne vogliano tutte quelle persone che li hanno scoperti con “All That You Can’t Leave Behind” o “How To Dismantle An Atomic Bomb”.
Se da un lato “Zooropa” era svettato in cima alle classifiche di vendita, dall’altro le sue canzoni fecero fatica ad essere inserite nelle scalette dei concerti.

Il tour, di dimensioni gargantuesche, che proprio da quell’estate aveva assunto il nome di Zooropa, per la sua complessa struttura di vero e proprio spettacolo studiato secondo per secondo e canzone per canzone, non permetteva molti cambi in corsa e solo dalle 2 tappe romane della prima metà di luglio furono inserite in scaletta le prime canzoni. Ancora oggi le canzoni di questo album (e di “Pop“) sono le meno suonate nei concerti, segno di come la band stia attualmente vivendo una fase di ricongiungimento diretto con le proprie origini, scavalcando a piè pari il periodo 1991-1997, ”Achtung Baby” permettendo ovvio!

Quando le radio iniziarono a trasmettere Numb, lo sgomento negli occhi di chi era cresciuto ascoltando Gloria o Sunday Bloody Sunday fu davvero forte e per molti fu addirittura il tradimento finale, il punto di non ritorno. Essere la rock band più famosa del pianeta e rimettersi in gioco così come fecero gli U2 non fu cosa da poco. Fu un gesto coraggioso che solo chi è affamato di scoprire cosa si cela oltre lo specchio poteva essere in grado di fare. E gli U2 ne furono in grado!

In “Zooropa” ci sono grandi canzoni come Stay, senza dubbio una delle loro più belle di sempre e pezzi di forte rottura come Daddy’s Gonna Pay For Your Crashed Car. Pezzi che strizzano l’occhio ai dance floor come Lemon e pezzi sperimentali come la title track Zooropa passando per ballad dolcissime come The First Time che più di tutte si ricollegava a dischi del periodo pre-scisma e Dirty Day, pezzo che ben combinava sonorità rock a sperimentazioni elettroniche.

Ma non mancavano anche i punti deboli come Babyface, pezzo che ai tempi della storia sentimentale tra il bassista Adam Clayton e Naomi Campbell, si diceva fosse proprio dedicato alla celebre top model (rumors!), Some Day Are Better Than Other e soprattutto The Wanderer che anche se cantata dal mito Johnny “Man in Black” Cash, a distanza di anni continua a suonare ancora come un oggetto completamente fuori contesto.

“Zooropa” è un disco importantissimo nella storia degli U2, perfetto trait d’union tra “Achtung Baby” e “Pop”. Il disco forse più libero e anarchico della band di Dublino e che ha avuto un’influenza nella musica di quegli anni forse maggiore di quello che si pensa. Per molti è considerato il disco minore degli U2. Non lo è! Certo in una discografia dove uno accanto all’altro troviamo perle di rara bellezza come “Boy”, “October”, “War”, “The Unforgettable Fire”, “The Joshua Tree” e “Achtung Baby”, lo sgomitare diventa davvero ostico, ma la verità è che “Zooropa” è un disco che rispecchia perfettamente il momento che la band stava vivendo in quel periodo. E il periodo che gli U2 stavano attraversando era davvero il loro apice creativo più luminoso e che ad oggi non sono stati più in grado di ripetere.

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