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Amenra – De Doorn

2021 - Relapse Records
post doom metal

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Tracklist

1. Ogentroost
2. De Dood In Bloei
3. De Evenmens
4. Het Gloren
5. Voor Immer


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Evolversi per rimanere fedeli a se stessi e vicini alle proprie radici. Questo pare sia stato il leitmotiv che ha guidato gli Amenra nel concepire il nuovo “De Doorn”.

È proprio il titolo la prima cosa che salta all’occhio, in quanto i belgi abbandonano il termine “Mass” che ha contraddistinto ogni disco precedente. Scelta questa non casuale, come approfondito in sede di intervista dallo stesso Colin H. van Eeckhout. Il gruppo delle Fiandre, che ha spesso assunto i connotati di un collettivo più che quello di una band vera e propria, ha sempre esplorato nella sua carriera vie sonore parallele vicine all’ambient alla musica acustica e rituale. Mai come oggi però ritroviamo, in maniera omogenea e efficiente, tutte queste sfaccettature all’interno del nucleo musicale degli Amenra.

L’intero lavoro, che è stato il frutto di una ricerca sonora più vicina al concetto di musica rituale che a quella di musica rock, è un lungo viaggio emotivo che alterna pesantezze post metal a oceani di vuoto ambientale. Dobbiamo aspettare quasi cinque minuti di riverberi abissali per trovarsi di fronte al muro sonoro di chitarre e batteria a cui gli Amenra ci hanno abituato e che esplode nella seconda parte dell’opener Ogentroost, un dolorosa marcia funebre doom impreziosita da vocals femminili per nulla rassicuranti. Le chitarre lontane di De Dood In Bloei ci accompagnano a De Evenmens forse il momento più classicamente Amenra del disco, ma anche uno dei picchi della loro carriera. Ossessionante nella prima metà, il brano si apre in una seconda parte semplicemente meravigliosa con una prestazione vocale di Colin mai come prima così intenso e toccante. Una vera preghiera intrisa di tristezza e disperazione. 

Sulla stessa lunghezza d’onda le successiva, lunghissima, Het Gloren un canto disperato che si snoda tra doom, post-metal e spoken words, in un crescendo magistrale di tensione che si risolve solamente nei minuti finali. La chiusura spetta alla altrettanto lunga Voor Immer, che prende spunto da alcuni precedenti esperimenti acustici dal vivo per costruire una lunga litania che collassa in un finale disperato e violento, con distorsioni crescenti e chitarre emotivamente devastanti.

Se a un lato “De Doorn” può non essere una rivoluzione nel suono degli Amenra (che si tengono ben stretti tutto ciò che li ha resi uno dei gruppi di punta della scena post metal mondiale) dall’altro è una enorme prova di maturità che dimostra la loro grande capacità di trasmettere, come pochi altri sanno fare, intensità emotiva, violenza e disperazione.

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