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Hidden Tracks

Hidden Tracks #11: Mondaze, Dold Vorde Ens Navn, Hidden People, Giöbia, Carver, Noah, Yikii

Quanti brani ogni giorno, ogni settimana, ogni mese vengono pubblicati, ascoltati distrattamente e poi finiscono sepolti sotto un mare di altre uscite, a sgomitare per emergere e troppe volte divorati da pesci più grossi e più importanti? Questa è una delle tante domande esistenziali che ci poniamo ogni giorno in redazione, e a cui dopo alcuni tentennamenti e tentativi falliti abbiamo cercato di formulare una risposta.

Hidden Tracks vi accompagnerà periodicamente con i nostri brevi consigli riguardanti alcuni brani pubblicati in queste settimane e che riteniamo interessanti. Progetti da tenere d’occhio, di cui forse sentirete parlare nei prossimi tempi, provenienti in tutti i casi da quell’universo sommerso che più ci sta a cuore e che pensiamo sia giusto e stimolante seguire dal principio. In poche parole, la musica di cui non tutti parlano.

Mondaze – Words Undone

Se pensate che lo shoegaze italiano abbia poco da dire, preparate a ricredervi. Words Undone è il singolo d’esordio dei Mondaze, nuova band faentina pronta al debutto con l’album “Late Bloom”, a dicembre su Church Road Records, Quiet Panic, Tafuzzy (garanzia assoluta per quanto riguarda queste sonorità), Coypu Records e Through Love Records. Un brano rumoroso, ipnotico e inquietante al tempo stesso che dà la sensazione, piacevolissima, di camminare lentamente in una coltre di nebbia insostenibile. Da tenere assolutamente d’occhio.

Dold Vorde Ens Navn – Er det måneskinn

Photo: Thormod Lindberg

I Dold Vorde Ens Navn sono una nuova band formata da gentaglia che in passato ha collaborato vestito la casacca di progetti quali Ulver, Dodheimsgard, Satyricon, Strid ecc. ecc., ovvero la crème del metal norvegese, più o meno black. A novembre i nostri esordiranno con l’album “Mørkere”, firmato Lupus Lounge, una costola di Prophecy Productions. Qui sotto trovate il secondo estratto in anteprima Er det måneskinn?: per un attimo abbiamo sperato si trattasse di un qualche dissing nei confronti dei salvatori del rock italiano, ma invece no. Si tratta “solo” di un ottimo brano di black metal vecchio stampo, con inserti teatrali e archi di ogni tipo a creare un’atmosfera tetra e solenne che farà contenti i più incalliti appassionati del genere.

Hidden People – Comment s’étaient-ils rencontrés?

La Dur Et Doux è un’etichetta francese, anzi un vero e proprio collettivo di artisti, che solitamente si dedica a progetti sperimentali e a volte bizzarri, che oscillano tra psych-pop, noise e qualche capatina nel jazz. Tutti comunque caratterizzati da un’estrema libertà creativa. Con le Hidden People, duo formato da Mélissa Acchiardi e Aëla Gourvennec, le atmosfere si fanno più quiete e riflessive, ma la situazione non è per questo meno interessante, anzi. Il loro secondo album – che esce il prossimo 22 ottobre – è anticipato dalla title-track Comment s’étaient-ils rencontrés?, un brano acustico e clamorosamente malinconico che comincia come la più classica delle canzoni tradizionali francesi per poi avvolgersi in un lento e affascinante groviglio di percussioni lontane, violoncello, banjo e rumori di ogni sorta. Sembra di volteggiare sospesi nella memoria, in un tempo che si è fermato nell’esatto istante di un ricordo che affiora.

Giöbia – Canyon Moon

I Giöbia (che dalle mie parti e anche altrove significa “giovedì”) ne sanno a pacchi se si tratta di mandare in orbita i propri ascoltatori. Pronti a lanciare nello spazio il 29 ottobre il loro split con gli scozzesi The Cosmic Dead per l’italiana Heavy Psych Sounds, fanno subito capire con cosa abbiamo a che fare tramite il singolo Canyon Moon. Un vortice kosmische in lembi kraut scheggiato wave in ascesa verso l’infinito e oltre. Perdersi nel buio è un attimo, anche se la luce, ad un certo punto, pare espandersi in ogni dimensione. Anche quelle sconosciute.

Carver – La Martesana PT1

A volte è semplice avvicinarsi ad un gruppo che non si conosce. Magari basta il monicker, e subito si finisce al cospetto di un grave errore oppure di una scoperta devastante. Direi che in questo caso il nome Carver (che dell’omonimo Raymond scrittore sono estimat…seh, facciamo fanboy?) mi ha portato nel regno delle scoperte devastanti. Il Sig. Lupo (Il Selezionatore) e il Sig. Colombo (Il Maestro di Cerimonie) si siedono sulla riva di un naviglio e fanno implodere La Martesana PT1, un agglomerato terrificante di pulsazioni elettroniche i cui inviluppi sono oscurità e terrore latente, perfetto tappeto per una voce che dà i brividi, che pare ad un passo da un delitto. “L’altra faccia della Luna” è il nome del disco di cui farà parte il brano ed uscirà il 19 novembre per Tataki Records.

Noah – Moonchild

Facciamo mezzo giro del mondo. Arriviamo in Giappone, magari atterriamo a Tokyo. Da lì ci spostiamo più a nord, in Hokkaido. Fa freddo, la neve cade tenue. È qui che è cresciuta Noah e dall’ambiente dell’isola ha mutuato tanto, e si sente. Ora torniamo a Tokyo, perché è qui che l’autrice vive, al momento. Dalla megalopoli per eccellenza assorbe tutto il lucore al neon che la caratterizza. Moonchild, primo singolo del nuovo EP “Étoile” in uscita a ottobre per FLAU, fonde le due realtà a colpi di loop, pianoforti che si spezzano e ricompongono, ritmiche dritte come treni ad alta velocità e una voce morbida e carezzevole. La città muta e con lei la musica che la costruisce di volta in volta.

Yikii – Five Layers Of Crimson Snow

E in un battibaleno eccoci in Cina, alla corte di Yikii. La sua musica è a dir poco spaventosa. Potremmo definirla “pop”? Perché no. Ma può il pop mettere una tale quantità di ansia? La risposta, ascoltando Five Layers Of Crimson Snow, secondo estratto da “Crimson Poem” (in uscita a ottobre per Danse Noire), è sì, cazzo. La tradizione orientale va a fondersi con una mutazione genetica oscura del city-pop anni ’80, prendendone le distanze e gettandosi a capofitto nella musica delle città distopiche bladerunneriane. La voce di Yikii poi è piccola piccola, quasi innocente, e questo dualismo crea in chi la ascolta una disgregazione a livello psicotico ad alto livello. Provare per credere.

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