Impatto Sonoro
Menu

Hidden Tracks

Hidden Tracks #12: Jian, Log Across The Washer, Tin Woodman, Rïcïnn, Palliatives For Dirty Consciences, Aquilus, Felons

Hidden Tracks 11

Quanti brani ogni giorno, ogni settimana, ogni mese vengono pubblicati, ascoltati distrattamente e poi finiscono sepolti sotto un mare di altre uscite, a sgomitare per emergere e troppe volte divorati da pesci più grossi e più importanti? Questa è una delle tante domande esistenziali che ci poniamo ogni giorno in redazione, e a cui dopo alcuni tentennamenti e tentativi falliti abbiamo cercato di formulare una risposta.

Hidden Tracks vi accompagnerà periodicamente con i nostri brevi consigli riguardanti alcuni brani pubblicati in queste settimane e che riteniamo interessanti. Progetti da tenere d’occhio, di cui forse sentirete parlare nei prossimi tempi, provenienti in tutti i casi da quell’universo sommerso che più ci sta a cuore e che pensiamo sia giusto e stimolante seguire dal principio. In poche parole, la musica di cui non tutti parlano.

Jian – Rhinoceros

Questi brutali anni ’90 che non vogliono andarsene mai. A volte una piaga, altre un sollievo, come se non volessimo lasciarli scivolare via, nel tempo. Ecco, gli elvetici Jian stanno in questo secondo insieme. Il loro nuovo album “Sinope” è in arrivo quest’autunno per Domino Media Group e Rhinoceros è il loro secondo estratto. Il cocktail è chiarissimo, a berlo con calma si sente il retrogusto di tutta quella musica alternativa che spazia da Faith No More a QOTSA, speziata dai tempi cubici, chitarre acide e tutti gli elementi che ci fanno amare il post-hardcore, ma forse più noise rock.

Log Across The Washer – Listen To Xasthur

(c) Liz Zack

Devo ammetterlo, ad incuriosirmi è stato il titolo del brano Listen To Xasthur. Mi sono chiesto “che diamine di musica farà mai” Log Across The Washer, aka Tyler Keene, dal New Jersey? Una volta ascoltato il tutto, ah, goduria, il ricordo ancora vivo di Daniel Johnston si è fatto strada in me. Il lo-fi che grattugia le casse, la chitarra acidamente morbida e quel riferimento al progetto (fu) black metal di Scott “Malefic” Conner mi hanno convinto. Roba buona, questa. “It’s Funny How The Colors” uscirà il 12 novembre per Crash Symbols. Ci sarà da ascoltarlo per benino.

Tin Woodman – Roverbot

(c) Giulia Bartolini

Quando si parla di “nuovo pop” in Italia spesso lo si fa ampiamente a sproposito. Se invece dovessimo farlo parlando dei Tin Woodman, “il robot arrivato dalla città top secret di Wautah per diventare una rockstar”, sarebbe perfetto. Roverbot è l’esempio chiave di come andamenti vocali brit ineccepibili vanno a mischiarsi con languori r&b, sezioni ritmiche morbide e un senso di perdizione e solitudine si fa avanti con l’andare del brano. Dovremo attendere gennaio per mettere le mani sull’album “Songs For Eternal Lovers” (Retro Vox Records), ma se le premesse sono queste c’è da ben sperare.

Rïcïnn – Doris

Okok, sto barando. L’album da cui il singolo Doris è estratto, “Nereïd“, è uscito lo scorso anno, ma il video viene pubblicato ora, e dato che da queste parti siamo dei grandissimi fan a) di Igorrr e b) di Laure Le Prunenec e del suo progetto Rïcïnn, perché non inserirlo? Ok, Laure non fa più parte “degli” Igorrr, ma poco male. Qui ad accompagnarla al microfono quel mostro gutturale di Travis Ryan dei Cattle Decapitation, e in mezzo a tanta grazia operistica un tocco d’inferno fa sempre la sua sporca figura.

Palliatives For Dirty Consciences – Back Home

Brano d’esordio per questa nuova band romana dalla ragione sociale complicata ma sicuramente appariscente e affascinante. Le coordinate sono quelle di uno shoegaze sporco e poco convenzionale, in cui suonano forti echi di post-rock e math-rock, il tutto in un’atmosfera sbilenca ed ipnotica che mi ha riportato alla mente alcune cose dei Polvo. back home è il primo estratto dall’album d’esordio “blankly“, in uscita ad inizio dicembre su Mia Cameretta Records e Marsiglia Records.

Aquilus – Into Wooded Hollows

Photo: Mortimer Bellchambers

Niente di nuovo qui, solo del black metal atmosferico fatto con tutti i crismi del caso. E hai detto niente. Gli Aquilus, band australiana attiva da ormai più di 15 anni, si appresta a tornare in scena con il nuovo album “Bellum I“, che uscirà il 3 dicembre su Blood Music a ben 10 anni dal precedente “Griseus“. Il primo estratto è Into Wooded Hollows, che non solo presenta una buona miscela di tutti gli ingredienti del caso a comporre una lunga e appassionante cavalcata come nella migliore tradizione di genere, ma è accompagnato anche da un video nello stile dei folk horror che tanto vanno di moda oggi. Il confine tra cliché e doveroso rispetto dei dogmi è certamente labile, ma il pezzo funziona alla grande, nulla da eccepire.

Felons – You And I

Poche le informazioni sul newyorchese Felons, che si autodefinisce “street folk artist” e che si presenta al debutto con You And I, un pezzo dal sapore dark e con una forte connotazione elettronica che gli dona un’ambientazione sostanzialmente urbana. Della città traspare forte infatti il senso di smarrimento e solitudine, sensazioni che abbiamo provato un po’ tutti, soprattutto nell’ultimo difficile periodo. No genres. No Boxes. Just emotion. Ci piace e aspettiamo aggiornamenti più corposi.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Articoli correlati