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Première

In ginocchio sulla ghiaia: “How To Distruggere La Società” è il nuovo video della Radon Squad

La Radon Squad non ama parlare di sé, anzi, diciamo pure che le scoccia diffondere anche la più insignificante informazione anagrafica. Quindi non parleremo di chi è chi. Parleremo di cosa fa, qualunque cosa sia. La sua stessa line-up è sfuggente e in perenne evoluzione, un ectoplasma alle prese con varie discipline interconnesse della galassia hip-hop: scrittura slam, graffitismo, fumetto, tattoo art.

“Hotel Colon” nasce dal bisogno di imprecare a denti stretti mentre si fluttua, raggomitolati in se stessi, senza orientamento alcuno nello spazio siderale. A miliardi di chilometri di distanza dall’astrusa e grottesca illusione chiamata esistenza.

Ogni rumore rubato alla strada o alla rete può finire nella betoniera di una produzione musicale. Questo presupposto della Radon Squad è in perfetta sintonia con l’hip hop delle origini: il turntablism, prima
emanazione della cultura hip hop, nasceva dall’assunto che la giungla di cemento crepita, mormora, sbraita senza mai prendere fiato, e che ognuno di quei rumori può diventare un beat. La nostra Squad intercetta versi e conversazioni triviali, campiona assoli da esecuzioni di brani rinascimentali, inietta battute di film scaricate dal tubo in qualità audio infima. In quello sconfinato, tentacolare e labirintico deposito (discarica?) dell’audiovisibile globale che è Youtube, pesca a piene mani i frammenti di marciume che le servono per innalzare il suo palazzo delle atrocità. Guasti (anche perché spesso estemporanei) sono i campioni razziati in strada, in cucina, nel cesso di casa. A questi si aggiungono, ben camuffati, i sample delle musiche predilette: vecchie glorie blues e jazz tracannate come whiskey torbati e rivomitate in nuove malformazioni acustiche glitchose e sghembe. Nulla di nuovo, s’intende. Semmai siamo ab ovo. Forse al nu-ovo.

Mattone dopo mattone, “Hotel Colon” – ultimo album della Radon Squad – cresce come un albergo designato a ospitare l’orrido quotidiano. Ma, anche e soprattutto, «l’orrido è una via di liberazione» (How to distruggere la società). Riconoscere il brodo putrido in cui sguazziamo è uno dei passi fondamentali della disintossicazione. Non ne servono mica 12.

Nel suo disco-magma, torbido e urticante, la Radon Squad trascina con sé collaboratori della prima e dell’ultim’ora. Non poteva sottrarsi alla chiamata lo schivo Makumbo, probabilmente il poeta più alieno e selvaggio della scena spoken riminese, che con la Radon ha condiviso un bel pezzo di storia, praticamente tutta. Un gigante underrated. Leggenda vuole che Mak sia sempre stato sull’orlo del precipizio ma di spalle. Potential Dust invece vive nelle foreste a ridosso di Seattle. Ha tutta l’aria del last loser sopravvissuto ai ’90, chitarra acustica, droni, campane tibetane, barba lunga, disincanto. Con la Squad è stato amore a priva vista su instagram: l’uno è rimasto stregato dai posti dove l’altra andava a pittare. L’oppressiva cappa postapocalittica del TIR ha sicuramente giocato un ruolo decisivo nel far scoccare l’idea di aggiungere parole, beat e sudiciume a Eternebra, brano originariamente strumentale o, meglio, mormorantolato, come del resto tutti i pezzi del TIR.

A curare la produzione di “Hotel Colon“, il sodalizio tra Ribéss Records e Light Item. Le foto, i disegni e il lettering presenti nell’artwork sono di 0megaGolpe, membro stabile della Squad; l’editing e il layout di Inserire Floppino, deus ex machina dell’omonimo progetto musicale, oltre che batterista dei San Leo. Il disco è uscito il 2 luglio 2022, in formato digitale e cd in ecopack a tiratura limitata.

Direttamente da “Hotel Colon” vi presentiamo di seguito in esclusiva il video – realizzato da Johanna Invrea – di How To Distruggere La Società, traccia numero 5 dell’album.

Contraddizioni funamboliche e consigli ermetici trascinati da un loop spensierato, approssimativo e glitchato. Una filastrocca, un girotondo in ginocchio sulla ghiaia, un indovinello senza risposta

Buona visione e buon ascolto!

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