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“Paternostra:” una New York infernale nel romanzo hard boiled di Eugene S. Robinson

Chi di voi conosce Eugene S. Robinson è già avvezzo a quanto possa essere letale la sua penna, per non parlare della voce. Già con gli Oxbow è sempre riuscito a creare interi mondi narrativi a completare l’inferno dei suoi compagni di band, e lo stesso è accaduto in seguito con i Bunuel (se non contiamo il mostruoso progetto Sal Mineo condiviso con Jamie “Xiu Xiu” Stewart e la collaborazione con gli Zu). Ciò che è un po’ meno noto è che la suddetta penna micidiale la utilizzi anche in campo puramente letterario. Il cantante newyorkese è infatti autore di ben quattro libri, finora tutti inediti nella nostra lingua.

Consideriamo il fatto che le case editrici nostrane non abbiano sempre le palle di spingersi in luoghi non conosciuti, o per meglio dire mainstream, salvo rarissimi casi, uno dei quali è proprio Double Nickles, già fautrice della traduzione de “Il consumatore” del padre/padrone degli Swans Michael Gira. Viene naturale essere grati a questi ragazzi, perché il rischio che opere di caratura veramente alta non venissero scoperte era parecchio alto. Insomma, ecco quindi che “A Long Slow Screw” viene sapientemente tradotto, finendo sugli scaffali (è un modo di dire, ovviamente, ché difficilmente lo troverete alla Feltrinelli o alla Mondadori, ma non si può mai dire) con il titolo “Paternostra”, che altro non è che il cognome del protagonista di questo devastante romanzo hard boiled.

Questo è il bello: per una volta non ci troviamo dinnanzi ad un memoir, bensì ad un’opera di fiction, il che è già di per sé qualcosa di veramente raro, nonché interessante. Ciò che Robinson narra nelle pagine di “Paternostra” sembra di base essere molto semplice: New York, anni ’70; Jake Paternostra fa un lavoro di merda, ma è corroborato dall’amore che condivide con la compagna Easy, anch’essa intrappolata in un mestiere altrettanto di merda, il che significa stringere la cinghia ogni maledetto giorno, avere a che fare con un laido padrone di casa che batte cassa senza batter ciglio ed essere incatenati ad una routine sempre di merda, fino al giorno in cui Jake non si stanca e decide di dare una spinta alla ruota del destino cui tutti siamo destinati a girare. Mette una pistola nel cappotto, irrompe in una gioielleria ebrea e si appropria indebitamente di una manciata di diamanti. Da quel momento in poi la sua vita diviene una malebolgia di violenza senza pari.

Quel che non è semplice è il modo in cui l’autore inscena la narrazione. Il mondo che costruisce mattone dopo mattone, cemento su cemento, liquame che si riversa sulle strade e fetore di immondizia è un mondo tanto spaventoso quanto reale. Sulle strade della NYC di Robinson non troverete l’alone noir che ammanta la California di Chandler e nemmeno l’irriverenza di Moore e dei suoi assurdi personaggi, ma una verità vista e vissuta con i propri occhi. Frase dopo frase la paura che provano i protagonisti di questa avventura senza pace cresce a dismisura, sembra di sentirne il lezzo, il fetore di quell’adrenalina che fa sudare freddo per il terrore che si prova quando si è certi che la propria vita sia appesa al proverbiale filo, con la differenza che le forbici le ha in mano chiunque ti circondi. Si prendono scelte, nel corso della propria esistenza, che trascendono il buonsenso e lo si fa per sfuggire all’inferno, giusto per venire tradotti in un altro circolo di male infinito, una spirale di delirio che non può esistere solo nei film di Abel Ferrara, ma che da qualche parte è nata, ed è nata qui, nel mondo reale.

La dialettica è tagliata col machete. Non c’è leziosità che tenga, spesso le sue creature non vengono nemmeno descritte in maniera tradizionale, bensì attraverso dialoghi marci come fogne a cielo aperto, esattamente ciò che essi sono. Il ritmo di “Paternostra” è inconcepibilmente feroce, dà l’illusione di partire lento ma in realtà il motore della macchina è sempre al massimo dei giri e non c’è un millesimo di secondo di respiro, immersi in un mare di letame rovente in cui si finisce per annegare. Ciononostante, sicuri di tanto orrore, si continua a leggere fino all’ultima pagina, momento in cui ci si rende conto di volerne ancora, ma felici di essere giunti in fondo ancora vivi.

Un effetto debilitante, raro anche nel più delirante dei noir.

Autore: Eugene S. Robinson
Uscita: 08/2022
Editore: Double Nickels
Pagine: 261
Prezzo: € 18,00

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