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Ristampe e Dintorni

Pelican – City Of Echoes (15th anniversary edition)

“City Of Echoes” è un dolore interminabile, una lotta alla mancanza, un muro invalicabile. Uscì nel 2007 per Hydra Head Records, l’etichetta fondata da Aaron Turner degli Isis, e segnò l’inizio del successo, su scala internazionale, dei Pelican. Il disco uscì in nome di una granitica critica al post-fordismo, portata avanti grazie a grafiche oscure, atmosfere impraticabili ed una produzione estremamente curata in ogni dettaglio. Fu il terzo disco del gruppo di Chicago (l’ultimo in odine cronologico su Hydra Head), che grazie ad esso divenne automaticamente gli eroi del post hardcore doom americano. Il famosissimo video, intriso di minimalismo lynchiano, di Dead Between The Walls, gli inizi, placidi e quasi disincantati, di Bliss In Concrete e City Of Echoes, i giri di chitarra che, per chiudersi, ci mettono intere rotazioni terrestri, l’abbandonico incedere di Winds With Hands. Ogni angolo di “City Of Echoes” risulta diverso da prima, non appena lo si finisce di ascoltare.

Tutto ciò ci viene riproposto oggi, a poco più di quindici anni dalla sua pubblicazione, coi dovuti arricchimenti post-produzione del caso, dalla Thrill Jockey, etichetta new wave della stessa città alla quale appartengono i Pelican: l’iconica, fredda e lacustre Chicago. Più onirico rispetto al debutto di “Australasia e meno “metal” rispetto agli ultimi lavori, pur avendo molto in comune con l’EP  “Ataraxia / Taraxis“, uscito su Southern Lord, “City Of Echoes” ci viene riproposto arricchendo le otto canzoni della versione del 2007 con b-sides e registrazioni risalenti agli anni prima, come per esempio quelle che diedero vita a un demo del 2006. 

Grazie a questi bonus, andando a stampare un doppio LP a tiratura limitata, i quattro dell’Illinois regalano ai propri fan, forse, una versione più disincantata e sanguigna della loro produzione musicale, non sempre di facile apprendimento. Riascoltare, per esempio, Lost In Headlight in una versione meno solenne e marcata, ci può riavvicinare alla band in una visione terrena che, spesso, non è riuscita a trasmettere anche ai fans più accaniti nemmeno tramite la sua versione live. Vengono resi fruibili brani risalenti al rarissimo EP “Pink Mammoth, per esempio, e questo tratto non è per niente da sottovalutare.

I Pelican rimarranno sempre una band relativa, impenetrabile e occulta, ci mancherebbe altro: il loro ancestrale fascino risiede in queste caratteristiche. Forse, però, con questa ristampa, Trevor Shelley e compagni dimostreranno una maggiore vicinanza, oltre che alla loro città natale, al proprio pubblico.

Tracklist
1 Bliss in Concrete
2 City of Echoes
3 Spaceship Broken – Parts Needed
4. Winds With Hands
5 Dead Between the Walls
6 Lost in the Headlights
7 Far from Fields
8 A Delicate Sense of Balance
9 Pink Mammoth
10 City of Echoes (Bear Creek demo)
11 Bliss in Concrete (October 2006 demo)
12. Lost in the Headlights (October 2006 demo)
13. Winds With Limbs
14 End of Seasons (Prefuse73 remix)

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