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L’impossibile impresa di riassumere Ryuichi Sakamoto

Non so davvero quante volte io abbia cancellato e riscritto questo articolo, dapprima volendo parlarvi dell’artista nato a Tokyo 17/01/52 e morto nella medesima città il 28/03/23 all’età di 71 anni, poi andando a ritroso cominciando dalla sua dipartita, dai suoi ultimi lavori, oppure in senso cronologico dalle sue origini, narrandovi la sua visione della musica, le sue collaborazioni con musicisti come David Sylvian dei Japan, Alva Noto o Iggy Pop, e ancora, ancora…

Ma Ryuichi Sakamoto non mi da tregua, il suo Spirito si insinua tra le note musicali ed i silenzi, nella luce che entra in casa dalla finestra infrangendosi sugli oggetti accentuando un colore anziché un altro; mi continua a ricordare cosa ho dimenticato di scrivere, o come avrei dovuto farlo, così alla fine arrivo alla conclusione che non basterebbero nemmeno una tesi universitaria o una biografia di -mila pagine per raccontare ciò che questo personaggio rappresentava.

Dunque, con un bel respiro profondo, preferisco scrivere cosa sia stato per me questo perfetto sconosciuto, come dicono si dovrebbe fare ad un funerale di chi invece si conosce, con la speranza che questo mio scritto faccia bene a chi sta piangendo il musicista ed incuriosisca chi ancora non lo conosce, ma si è trovato dall’oggi al domani la Home di Facebook invasa da moltitudini dei suoi brani.

Conobbi il musicista giapponese anni fa, tramite un’intervista al famoso deejay e speaker radiofonico nostrano Albertino (o era Linus? Li confondo sempre…), in cui venne passato uno dei suoi primi pezzi. La curiosità verso quella che per me era un’assurda musica mi spinse a saperne di più e a cercare notizie ed altro. Così scoprii che aveva composto anche le colonne sonore di molti film che mi piacciono principalmente proprio per la musica che contengono. Scava scava, mi venne in mente che “eppure io quel cognome lì lo conoscevo: S-A-K -A- M-O-T-O”. Sì ma come? Davvero, come musicista prima delle mie ricerche non lo avevo mai sentito, ne ero proprio convinta, che ignorante!

Capita un giorno che in mano mi ritrovo il film “Furyo“, ed eccolo lì! Sì, ma certo. Questo Sakamoto era lo stesso Sakamoto che aveva recitato assieme ad uno dei miei artisti preferiti, David Bowie, in una delle pellicole più dure (a parere mio) di sempre, per la regia di uno dei registi con più contrasti (a parere mio) di sempre: Nagisa Ōshima, quello de “L’Impero della Passione”. Ah, quanto adoro quel film!

Da lì in poi si apre un mondo, scopro che Ryuichi Sakamoto ha fatto cose anche per la televisione, per molti altri film ed addirittura per SEGA. Si porta dietro questa enorme ed elegante aura da giapponese distinto, ma che si mischia alla musica di tutto il mondo con facilità, spaziando tra più generi e creando qualcosa di unico ed irripetibile. Di personaggi come Ryuichi Sakamoto, al pari di David Bowie, Lou Reed e di uno degli ultimi carpito dalla Morte, Tom Verlaine, ne nascono davvero pochi ed è sempre un colpo enorme sapere che non ci sono più.

L’artista giapponese, come dicevo, è stato più generi musicali, ma per me è soprattutto un pianista compositore di musica classica ed un Kraftwerk (inteso come innovatore ed avanguardista) nipponico, se si pensa alla Yellow Magic Orchestra, un uomo che ha saputo rendere omaggio alla Vita ma anche alla Morte che lo stava accompagnando verso la fine.

C’è altro? Sì, c’è molto ma a questo punto preferisco mettervi qualche link che me lo hanno fatto apprezzare negli anni e che possa in qualche modo insegnarvi a scoprirlo o a ricordarlo.

Yellow Magic Orchestra – Yellow Magic Orchestra (1978)

È un album che anticipa la musica synth pop, un concept dedicato al computer e primo disco degli Yellow Magic Orchestra. A me ricorda anche le prime sperimentazioni adolescenziali che ogni nato negli anni ottanta probabilmente ha fatto tramite i primi cellulari e le loro suonerie. È un album apparentemente semplice per via dei suoi suoni, ma di una complessità strutturale unica. Lo trovo divertente, curioso e in qualche modo rilassante.

Furyo soundtrack (1983)

Una delle colonne sonore più conosciute di sempre, il film di guerra “Furyo” è del regista giapponese Nagisa Ōshima, il quale ha curato anche la sceneggiatura assieme a Paul Mayersberg e si basa sul romanzo “Il seme e il seminatore” di Laurens van der Post. Qui Sakamoto non solo ha composto la colonna sonora, ma recita nel ruolo del Capitano Yonoi al fianco di David Bowie, che invece interpreta il Maggiore Jack “Strafer” Celliers. Il cast vanta anche la presenza di Tom Conti nei panni del Colonnello John Lawrence ed un semi sconosciuto Takeshi Kitano, che sarà il Sergente Gengo Hara.

Alva Noto+Ryuichi Sakamoto – Vrioon (2002)

Album di debutto collaborativo tra Ryuichi Sakamoto ed Alva Noto, appare molto atmosferico, intimo e delicato, avvolto da una certa malinconia. Si può considerare il capitolo iniziale della VIRUS SERIES, che vedrà pubblicati altri album.

Ryuichi Sakamoto + David Sylvian – World Citizen- I Won’t Be Disappointed (2003)

Disco pop rock molto ambient, acclamato dalla critica musicale, venne concepito dallo stesso Sakamoto come parte di un progetto chiamato Chain Music. Vede il compositore giapponese alle tastiere e David Sylvian (Japan) alla voce; accompagnano le composizioni Amedeo Pace (Blonde Redhead) alla chitarra, il compositore islandese Skúli Sverrisson al basso elettrico e Steve Jansen (Japan) alla batteria.

async (2007)

Composto da una combinazione tutta sua di strumenti musicali, acustici, elettronici e campioni, arricchito da registrazioni di personaggi quali David Sylvian e Paul Bowles, cattura tramite field recordings la vita urbana e narra le preoccupazioni della fine della Vita e l’interazione di diversi punti di vista nell’umanità.

12 (2023)

Ultimo lavoro del musicista, è un diario di malattia e cure dello stesso, appena o forse nemmeno uscito già si parlava di questo album come il testamento o il lascito del musicista. Io ve lo raccontai così.

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