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Blessed Child Opera – Happy Ark

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Avrei molte cose da dirvi sui Blessed Child Opera, su Paolo Messere e sul precedente “Looking After The Child.
Ci sarebbero e sicuramente sarebbe importante dirle.
I Blessed Child Opera sono una creatura strana e bellissima, capace di partorire una personalissima idea di alternative country, un po’ fuori dal tempo e un po’ sognante che cattura e che non può far altro che costringere a un ossessivo accanimento.
Nel senso che una volta ascoltato “Happy Ark”, terzo disco per la band, difficilmente ci si limiterà  ai canonici due ascolti, come per una qualsiasi (next) big thing d’oltre manica, o per una qualsiasi rivelazione più pop che power d’oltre oceano.
“Happy Ark”, con i suoi richiami a un passato che dondola tra un remoto e un prossimo, come a unire un Jonny Cash, e dei Cure presi in prestito, miscelati e rielaborati in un affascinante e malinconico riepilogo di un tempo che sembra essersene andato, ma che qui, viene fotografato in paesaggi desertici e soffusi entroterra fatti di chitarre-basso-batteria, ma anche di un ensemble di sfumature sotterranee delle più svariate (loop, samples, clarinetto, tromba, vibrafono…).
E poi c’è la voce di Paolo Messere, che ci naviga e ci cavalca sopra, con una destrezza e una naturalezza, ancora una volta diversa dal “solito”, da quello che siamo abituati ad ascoltare una, due volte, e poi basta. Una naturalezza ora fragile ed emotiva, quasi dubbiosa, ora leggera e più spensierata. Quasi un eroe romantico dei nostri tempi che si chiede se poi servirà  a qualcosa un disco cosà¬.
Sicuramente in un’epoca musicale un po’ ostile a una simile idea di romanticismo “Happy Ark” allora sଠche non può servire a niente, non ne parleranno di certo nei blog e ai concerti dei Blessed Child Opera poi non ci sarà  il dj che farà  ballare le maglie a righe.
Eppure come spiegarsi un cosଠripetuto ascolto capace di regalare preziosi di momenti di romanticismo musicale difficili da trovare in altre centinaia di produzioni?
Forse perchè, “Happy Ark” è qualcosa di raramente unico.
E mi piace un sacco, al di là  di non troppo iperbolici giri di parole. Ed è questo ciò che conta.Tracklist
1.Everything Touch Me
2.Polish Me
3.It Strucks Me
4.Words And Kicks
5.The Chain
6.It’s Possible Something
7.To Be Another Queen
8.Minor Company
9.Humiliating Whine
10.Emily
11.Strong Medicine

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