C’è modo e modo di pensare mainstream, di guadagnare soldi, di scalare le classifiche, di far parlare di sè nei modi più beceri e disparati. M.I.A. ci riesce senza perdere la propria anima e la propria animosità, senza smettere di pescare nel proprio multietnico e multicolorato calderone, che è un po’ la sua vera e meravigliosa essenza. Semmai, in questo terzo disco “Maya”, scritto “/\/\ /\ Y /\”, l’anglo-cingalese, che sembra ormai aver raggiunto le vette di una patinata guerrilla senza precedenti, affina le proprie armi e va quasi oltre l’elettroclash irremediabilmente contaminato dei precedenti lavori.
Il disco è un adrenalico collage di frammenti e schegge variegate, probabilmente la ricetta più adatta per accontentare e accomunare una volta per tutte l’immenso circuito mainstream e l’incontentabile sub-universo indie che l’ha sempre incensata a dovere.É ormai chiaro che M.I.A., unica alfiere di un crossover universale, figa quanto basta per piacere a tutti, incazzata e sveglia il giusto per pensare allo stesso tempo al terrorismo e al vil denaro senza scontentare nessuno, può permettersi di fare tutto ciò che vuole.
E così, tra i bassi pulsanti e industriali rubati con cognizione di causa ai Suicide nell’ultracensurata “Born Free” e le schitarrate da rave e post-rave di “Meds And Feds”, fa capolino “XXXO”, una di quelle canzoni che ti fa rizzare i sentimenti, che ti rimane in testa e non ci puoi fare niente, irresistibile pop in stile Lady Gaga o Christina Aguilera, rivista superlativamente anche nel remix con un sempre ottimo Jay-Z. Sulla stessa linea, a testimonianza di un’apertura sempre più evidente e convincente per sonorità anche easy, la solenne marcetta “Tell Me Way” e l’autorivisitazione in chiave caraibica “It Takes A Muscle”.
Insomma, in un climax che balla inesorabilmente tra la spigolosità totale (“Teqkilla”) e la pacatezza sempre e comunque combattiva (“Space”), “/\/\ /\ Y /\” si rivela essere nientemeno che la vera essenza della stessa M.I.A., una che non conosce vie di mezzo o convenzioni di sorta, roboante, aggressiva, geniale, esplosiva e controversa, una sorta di Lady Gaga nel confusionale mondo indie, una vera e propria bomba pop globale e globalizzata, capace di coprire e colpire in un sol colpo l’intero campionario di suoni e tendenze ad oggi in voga. E scusate se è poco.