Fucked Up, interessante sestetto canadese dedito alla libera contaminazione fra punk, hardcore e qualsiasi altro sperimentalismo rock/pop, torna dopo l’ottimo e fortunato Chemistry Of Common Life (Matador, 2008), e lo fa con un album corposo, impegnativo e ambizioso. David Comes To Life, presentato come recital teatrale e anticipato dal mini David’s Town, è infatti essenzialmente una rock opera, un concept che racconta la storia, l’amore, il dramma, dell’ordinary man David, operaio in una fabbrica di lampadine (da cui l’artwork).
La nutrita tracklist (18 brani) si divide in quattro atti, proprio come una classica piece teatrale, seguendo le vicende e saliscendi emozionali del protagonista, traducendoli in un sound sempre carico e saturo, contenente sia i classici elementi punk e HC del gruppo, sia momenti più traditional rock.
Similmente a quanto fatto da Sham69 (That’s life, 1978), Hüsker Dü (Zen Arcade, 1984), o, più recentemente dai blockbuster Green Day (American Idiot, 2004) l’irruenza e la concisa immediatezza tipica del punk e dell’hardcore (NY style), vengono modellati e adattati a un contesto musicale e narrativo più ampio, ottenendo una dinamica alternanza fra pieni e vuoti, momenti marcatamente veloci e grintosi e altri ben più carichi di pathos, drammatici e meditati, necessari a rendere conto della vita e delle gesta dei cinque personaggi presentati (David Eliade, Veronica Boisson, Vivian Benson, Nick Fenstle e il narratore Octavio St. Lauren).
Lungo gli abbondanti 80 minuti che compongono il disco, si passa dunque dalle rasoiate elettriche di Let her rest al notevole dialogo canoro male-female di Queen Of Hearts (soluzione ripresa più volte nel corso del disco), dal southern rock di Running On Nothing al canone HC di Serve Me Right.
Piace, come al solito, il roco vocione HC di Pink Eyes (Damian Abraham), che fa sempre il suo bell’effetto, accanto alle partiture spesso solari e leggere, orchestrate dagli strumentisti.
I quattro atti sono per altro ben raccordati fra loro, con un andamento in crescendo che cattura l’attenzione e, a dispetto della grande eterogeneità stilistica intrinseca, riesce a mantenere un livello di coinvolgimento sempre elevato.
Registrato in quattro studi nell’arco di tre anni, con supervisione dell’intera band, David comes to life è un grande contenitore di idee musicali, esibite con acuto estro artistico, che pecca di presunzione solo in alcuni arrangiamenti, troppo barocchi e appesantiti.
Ma il particolarissimo hardcore sinfonico dei Fucked Up non sembra mai essere stato così maturo e consapevole dei propri mezzi e dei propri obiettivi, e ricco di un background artistico per certi versi insospettabile, nella sua varietà e vastità.
Un (altro) ottimo lavoro.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=D8Q7lL0bvmg[/youtube]