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Beatrice Antolini – Vivid

2013 - Qui Base Luna
pop

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Tracklist

1.Pinebrain
2.Open
3.Vertical Love
4.Transmutation
5.Test of All
6.Now
7.Vibration 7
8.Cobra
9.My Name Is an Invention
10.Europa

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Chi ha ucciso Beatrice Antolini?
Ok, abbiamo un problema: questo 2013 ha portato con sé una ventata di pop che ha colpito molti dei grandi artisti che si differenziavano dalla massa e amavano regalare agli ascoltatori piccole opere d’arte non fruibili da chicchessia, ma adatte ad un pubblico di nicchia. E forse proprio perché il mercato musicale è cambiato e gli artisti stessi sono stanchi di questa ghettizzazione, oggi Beatrice Antolini ha deciso di cambiare rotta e abbandonarsi alle derive più mainstream della situazione. Ma già lo si percepiva con BioY, terzo album dell’eclettica musicista marchigiana: l’art pop più raffinato e quei passaggi funky e folli racchiusi nella rarefatta atmosfera sperimentale dei primi due dischi Big Saloon e A Due sono andati perduti per sempre, o almeno per ora.

Complice di questo assassinio è anche Qui Base Luna, la nuova etichetta non più indipendente ma «interdipendente», un nuovo «Ecosistema Musicale» a cui l’Antolini si è affidata, abbandonando la Urtovox dei primi lavori, per la produzione di Vivid, suo quarto album uscito il 14 maggio, che ha contribuito allargare gli orizzonti della giovane artista.
E allora, un pizzico delusi, lasciamoci naufragare, ma attenzione a non affogare, in questo moderno mare pop.
Vivid conta dieci pezzi e il dark e l’underground non si percepiscono neanche lontanamente. Al contrario è tutto contaminato di pop da radio, di ritornelli che anche solo al primo ascolto si fissano imperiosamente e subdolamente nella memoria a lungo termine di chi le ascolta, magari tra le poche nozioni di geografia e le poesie di Pascoli imparate alle elementari. Troppa semplicità e purezza sono riscontrabili nei pezzi da ogni angolazione, sia che si parli dei testi che delle melodie o anche solo semplicemente della voce dell’Antolini. L’estrosa e quasi schizofrenica potenza ritmica che caratterizzava i suoi primi lavori la si ritrova con difficoltà soltanto in pochi brani: “Pinebrain”, primo singolo uscito il 5 aprile, “Happy Europa” e “Test Of All” sono gli unici che si elevano di un paio di millimetri dall’ammorbante fanghiglia filocommerciale che avvelena l’album. Il resto è un misto di sentimentalissime ballate (“Vibration 7” e “My Name Is An Invention” sono distanti anni luce da capolavori alla “Funky Show”) e brani tremendamente soul pop (“Open” e “Trasmutation”, quest’ultimo, non a caso, secondo singolo uscito).

Morale della favola: il pop uccide.

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