“Nero In Metastasi” è lo sguardo ansiogeno nella lucida situazione di nulla di un oggi che sa di cancro sociale. E’ la chirurgia del disturbo. Ogni tassello è studiato per descrivere il disagio di una bidimensionalità che è sempre più radicata in noi.
I Cripple Bastards hanno il bisturi in mano e non temono nulla. “Malato Terminale” riempie i polmoni lentamente, in mid-tempo, e poi detona in un vilipendio brutale di ritmiche a serramanico e sfregia il silenzio, “Fumo Passivo” è una golata di candeggina hardcore annodata ad un sintomo death allucinante che ritorna negli accenti di “Strage Di Ostacoli”. “Lapide Rimossa” è lo scrigno che racchiude la voce dell’Inferno, Giulio The Bastard abbassa le luci, come un mostro che chiama dalla cantina, spooky e destabilizzante, “Occhi Trapiantati” è storta come non mai, riff angolari, blast brutali, ansia e degrado serviti su un piatto di ruggine. E poi arriva “Splendore E Tenebra”, foriera del soundscape di un deserto la cui sabbia è nera come il vuoto dello spazio, elettronica claustrofobica che serpeggia sotto gelidi arpeggi di chitarra, mentre la voce ancora chiama dal sottosuolo, tonalità baritone della fine del mondo in nove minuti di lenta tortura raggelante. E il tutto finisce nei sette secondi di “Morti Asintomatiche”.
Until the end of the world.
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