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ovLov – soLo

2015 - Autoproduzione
pop / rock / new-wave

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Tracklist

1. Fall Down
2. Again, I’m Blinded
3. Just Taking a While to Blossom
4. Sore
5. Delicious
6. It’s not a Good Feeling
7. Hangover Cure
8. The River
9. Menny
10. My Red Faux Shoes

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Partiamo sparando grosso subito, così ci leviamo il pensiero: il disco vanta la collaborazione di Andy Rourke, in produzione, in qualche chicca suonata e nel primo video estratto dall’album. E non è nemmeno l’unico ospite, sebbene sia quello con il nome più altisonante.

Detto questo, gli ovLov ci hanno messo un bel po’ di tempo per far uscire un disco nuovo, ma ne valeva decisamente la pena. Hanno perso l’incisività rock dei lavori precedenti, si sono arrotondati su suoni decisamente più concilianti senza rinunciare a stridere all’orecchio quando serve; basta ascoltare Again, I’m Blinded e farsi cullare dal basso profondo e docile prima delle ripartenze affidate alla chitarra per farsi una buona idea del tutto.

I toni sono sempre abbastanza cupi, salvo qualche eccezione (Sore per esempio) ma sono perlopiù varianti dello stesso pezzo: difficile resistano un intero brano senza virare, senza aggiungere qualcosa che si sposi benissimo con ciò che lo precede e segue. Il basso vibra indomabile per lunghi tratti, la chitarra sa farsi da parte e distorcersi quando serve, la voce segue le variazioni di stile in maniera meno puntuale, uscendone esaltata ogni volta. Chiudono con My Red Faux Shoes, oscura, che mostra un abisso nel quale si cadrebbe volentieri, guidati dalla voce ammaliante.

Dieci pezzi che trasudano la qualità del suonato e l’attenzione in esso riposta insieme al rapporto con una città malata come Brescia, che  è più o meno lo stesso che si ha con il brano The River: che è triste lo sai o te ne accorgi, ma la fatica che fai per andartene è grande.

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