A 5 anni da “Fallen house, sunken city” torna l’atypical rapper from Providence con un disco coinvolgente, eterogeneo e che vede il consueto flow impegnato & attivista di B.D. supportato per l’occasione da un corposo mix di sonorità digitali e strumentali, un album che suona davvero bene in cuffia ma che suonerà ancora meglio live.
“Kill the wolf” è un disco che pur non stupendo per chissà quali sperimentazioni o innovazioni, gira benissimo dalla prima all’ultima traccia – ad eccezione forse della scentrata “Jailbreak” -, cambiando paesaggi sonori con un’impressionante facilità ed assecondando così egregiamente le tante tematiche affrontate dal rapper statunitense, social e non solo.
Difficile pertanto segnalare una traccia piuttosto che un’altra. C’è “Lazarus” con quel suo crescendo alla Asian Dub Foundation, “Stay Inspired” un gioiellino dal beat tribale + giro di basso che ciao! molto Beastie Boys, l’impegnata ed impegnativa “Safety” e pure la toccante live ballad “Who Killed Russell Jones”, dedicata a Ol’ Dirty Bastard.
Ma tutte le tracce, ripeto, colpiscono a fondo e si completano alla perfezione, valorizzando come meglio non si potrebbe le esigenze comunicative di Dolan, come d’abitudine diretto e mai banale, mai.
Bel dischetto, davvero!