Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

The Orange Revival – Futurecent

2015 - Fuzz Club
pop / psych

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Satura3on
2. Lying In The Sand
3. Speed
4. Se\ng Sun
5. Carolyn
6. 1999
7. All I Need

Web

Sito Ufficiale
Facebook

Prendi:tre ragazzi svedesi, basso , chitarra, batteria,organi elettrici insieme a pedali fuzz , distorsioni , voce riverberata e la voglia di ripercorrere quel rock psichedelico fine anni 60′ sporco e aggressivo e riportarlo in auge, unisci il tutto,mescola per bene ed ottieni Futurecent, secondo album in studio dei The Orange Revival. Passano quattro anni dal loro debutto, Black Smoke Rising uscito sempre sotto Fuzz Club , etichetta indipendete con base a Londra che contribuisce non poco al ritorno in scena della psichedelia classica con gruppi come The Myrrors, Goat o i veneziani New Candys, quattro anni di distanza che allontanano un po’ la band dalle atmosfere più calme e sognanti del primo lavoro,per spostare il sound in una direzione meno acustica, più rumorosa ed energica.

L’album si apre con la batteria di Saturation, subito accompagnata dai i primi lenti riff di chitarra elettrica,una semplice linea vocale carica di eco a cui si aggiungono note di organo fino allo sfogo del finale in dissolvenza.Dopo il ritmo smorzato della prima traccia, una linea di chitarra più veloce introduce Lying in the Sand in cui è di rilievo la presenza dell’organo vibrante ed ipnotico di sottofondo, unito alla chitarra  più sporca e rumorosa grazie ad immancabili pedali wah ,cambi di ritmo percorsi con tranquillità dalla voce che scorre regolare.
Il basso con classico effetto fuzz di fine anni 60′  apre Speed e l’aumento di velocità è effettivo: batteria martellante, voce tipicamente garage ed una tastiera timida che si mostra soltanto quando i riff quasi in feedback riempiono la scena. Setting Sun divide a metà il disco, concedendo un lento e scandito momento di psichedelia fantasiosa, mantenendo le sonorità precedenti senza brusche variazioni.Arrivati a questo punto di Futurecent , la band cerca la svolta con la quinta traccia di durata maggiore rispetto alle precedenti: 7 minuti e 32 di immersione in un mare di suoni ben amalgamati in cui una chitarra meno noisy introduce un tema ripetuto durante tutta la canzone che rischia,alla lunga, di stancare, a cui si aggiungono i riff più distorti e la voce che invoca il nome Carolyn, titolo del brano.
Usciti dal bagno sonoro, ci avviciniamo alla fine del disco e 1999 riprende un ritmo veloce ma con piccole  variazioni melodiche, salvo i momenti solistici nel finale.

Il compito di chiudere questo salto nel passato o in un “futuro recente”,come da titolo, è affidato a All I Need, altro brano di lunga durata che incarna tutti gli elementi precedenti, li mascola per bene e sforna una torta psichedelica che ben riassume il disco e il suo intento: riferimenti alle decadi dei 60’s e 70’s (partendo già dalla banana sbucciata in copertina),aggiunti da un tocco personale ben evidente ma che non apporta troppa novità ad un genere già ripreso negli ultimi anni; Futurecent è un disco ben fatto, completo e trascinante che non deluderà sicuramente gli amanti di un garage psichedelico che non ha paura di alzare i volumi.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni