Quando ci si accosta alla musica di Neil Young, bisogna immaginarsi un lungo viaggio nel cuore dell’America, alle radici di un suono che ormai il cantautore ha fatto completamente suo. È un sound caldo, pacato e vagamente melanconico quello che caratterizza il nuovo album del cantautore, pubblicato il 9 dicembre scorso, a pochi mesi di distanza dal precedente Earth -realizzazione in cui il cantante aveva celebrato la “mother earth”, tanto da arrivare a sovrapporre i suoni della terra a quelli degli strumenti musicali, e si era dedicato a temi ambientalisti.
Etichettato Reprise Records, co-prodotto dallo stesso Young e da John Hanlon e infine registrato -in brevissimo tempo, a detta del bassista- negli Shangri-La Studios di Rick Rubin, il disco si compone di 10 tracce: per la loro incisione, Neil questa volta si è ritrovato in studio non con i suoi accompagnatori di vecchia data Promise Of The Real, ma con due strumentisti d’eccezione, ovvero Jim Keltner alla batteria e Paul Bushnell al basso. Peace Trail è un album in cui il cantante non si limita raccontare se stesso, ma presta anche attenzione ai cambiamenti della società, del mondo che lo circonda; un album che è “socialmente impegnato”.
La voce inconfondibile di Young trova il suo spazio ideale in un mood prevalentemente acustico e appena arricchito con qualche accenno elettrico (My New Robot): maracas, arpeggi acustici, basi ritmate e giri d’armonica a bocca si innestano su un sottofondo di percussioni che ricordano da vicino i ritmi dei nativi americani. Le riflessioni di un uomo sul mondo vengono tradotte in musica, senza badare più di tanto alla perfezione e alla pulizia del suono; il tutto deve suonare “vero”, non perfetto.
Tra i brani, il primo ad essere stato presentato al pubblico, accompagnato dal particolare videoclip che trovate qui sotto, si intitola Indian Givers: il tema della canzone è una feroce protesta contro la costruzione dell’oleodotto Dakota Access Pipeline sulla terra dei nativi americani.
Ancora una volta, il cantautore statunitense, precursore del folk rock, ha centrato il colpo e ha dimostrato che il suo stile è immortale; ancora una volta, Neil Young ci ha proposto una prova convincente, ennesima dimostrazione del fatto che abbia ancora molto da offrire.