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Weedpecker – III

2018 - Stickman Records
heavy psych / stoner

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Tracklist

1. Molecule
2. Embrace
3. Liquid Sky
4. From Mars To Mercury
5. Lazy Boy and the Temple of Wonders


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I Weedpecker sono una band polacca, che propone uno stoner fortemente psichedelico e dilatato, molto vicino per stile, strutture e progressioni ritmiche agli Elder, nome che nel genere attualmente risulta ai vertici e con i quali tra l’altro condividono la stessa etichetta. Entrambi infatti fanno parte del catalogo della Stickman Records, realtà teutonica che nell’universo stoner/heavy psych e generi affini sta diventando un punto di riferimento in Europa e non solo, grazie anche ad uscite di grande qualità e alla presenza nel roster di una band ormai di culto come i Motorpsycho.

I brani che compongono “III“, il terzo full lenght del gruppo di Varsavia, sono molto articolati, lunghi, ricchi di atmosfere eteree e progressioni che li fanno accostare appunto alla band sopra citata, il tutto però in maniera quasi solare o sognante. Basti ascoltare la voce molto melodica, soave e fortemente sixty del cantante o gli ottimi intrecci di arpeggi delicati e non banali delle chitarre, che si sovrappongono o si inseguono in maniera davvero magistrale. Privi di rallentamenti doom luciferini come i connazionali ed amici Belzebong – con i quali condividono comunque un determinato vizio, e non ci vuole molto a capire quale possa essere dato che i nomi delle due band in questione hanno riferimenti a tal riguardo che non lasciano alcun dubbio – i Weedpecker con “III” riescono a mantenere alta l’attenzione di chi ascolta, soprattutto grazie ad ottimi arrangiamenti e dinamiche elaborate e complesse su pezzi dal minutaggio consistente ma non faticoso.

Rispetto alla buona prova del precedente “II“, già ricco di spunti interessanti ma che risultava avere qualche lacuna, in questo nuovo capitolo si nota soprattutto una maggiore fluidità e più consapevolezza dei propri mezzi. Il tutto, unito ad uno stato di grazia per quanto riguarda l’ispirazione in fase di scrittura, lo rende davvero un disco piacevole, non solo esclusivamente per gli amanti di queste sonorità.

La psichedelia, come già detto, è davvero di casa fin da subito, basti ascoltare le prime note di Molecule, brano d’apertura per il quale si potrebbero scomodare addirittura mostri sacri del calibro dei Pink Floyd, almeno finchè non si schiaccia sul fuzz con le chitarre che raggiungono la saturazione. La succesiva Embrace parte più muscolare, e qui i rimandi agli Elder sono evidenti soprattutto per l’ottimo bridge a metà brano, in cui il delay la fa da padrone, per poi riesplodere nel finale.

Liquid Sky ha invece un approccio alla psichedelia più vicino agli anni ’60 e ricorda, almeno inizialmente, le atmosfere oniriche dei Tame Impala; in questo senso una menzione particolare va alle chitarre, sempre in primo piano su tutto il lavoro, ma qui davvero notevoli e con arrangiamenti studiati nel minimo dettaglio, fino alla rilassante coda dove ritornano alla mente i Pink Floyd degli anni d’oro e dove il titolo della canzone assume un vero e proprio significato e valore.

I Weedpecker sanno suonare e lo dimostrano alla grande ma senza forzature, il tutto è molto spontaneo e senza sbavature e ciò lo si nota moltissimo soprattutto nelle parti pulite e meno distorte, forse il vero punto di forza della band. From Mars To Mercury ritorna ad essere sulla scia di Embrace, specialmente nella struttura, con un improvviso bridge che risulta inaspettato perché spezza il ritmo, dando respiro ad un brano che magari senza sarebbe diventato un po’ noioso o per lo meno il più debole del disco. Altra caratteristica che rende i Weedpecker un’ottima band è la perfetta alchimia di parti strumentali e cantate, un equilibrio che funziona perfettamente e risulta vincente. Si giunge purtroppo alla conclusiva Lazy Boy And The Temple of Wonders, brano che mette in mostra tutte le qualità e caratteristiche di una band che ha fatto il cosiddetto salto di qualità, ma con l’aggiunta addirittura di un pizzico di prog.

Siamo di fronte ad una band in grande forma, che se riuscirà a mantenere uno standard qualitativo così alto anche in futuro non solo risulterà essere come già lo è attualmente una delle migliori realtà del genere nel vecchio continente, ma anche a livello planetario. 

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