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Decibel – L’anticristo

2018 - Sony Music
rock

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Tracklist

1. Choral in E Min
2. L'anticristo
3. Lettera dal Duca
4. Baby Jane
5. My Acid Queen
6. La banca
7. La città fantasma
8. Sally Go Round
9. 15 minuti
10. Lo sconosciuto
11. La belle epoque
12. Il sacro fuoco degli dei
13. Buonanotte


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A pensarci bene, i Decibel non avevano proprio nulla da guadagnare da questa reunion. Il tempo è stato galantuomo col trio Ruggeri CapecciaMuzio, rivalutandone ampiamente nell’immaginario collettivo nostrano quanto fatto a cavallo fra gli anni settanta e gli anni ottanta. Tornare attivi avrebbe sì raccolto, almeno inizialmente, un numero di attenzioni a cui forse i membri della band non erano neanche più abituati, ma d’altro canto avrebbe potuto spianare la strada alla distruzione di quello che era diventato una sorta di vero e proprio mito. Del resto, quante grandi band del passato abbiamo visto invecchiare nella loro stessa musica? A chi avrebbero potuto parlare i Decibel dopo così tanto tempo? Soprattutto, sarebbero stati ancora in grado di parlare a qualcuno? Tutte domande, queste, assolutamente legittime.

Ma Ruggeri & co. devono essere marinai navigati, perché già col precedente “Noblesse Oblige“, avevano trovato una buona formula in grado di mettere il loro ritorno al riparo da funeste piogge, ora ampiamente rafforzata col nuovo “L’anticristo”. La ricetta consiste nel ripartire dalla proposta, comunque valida, del Ruggeri solista, rinnovandone però la fiamma con arrangiamenti effetto-Decibel (sintetizzatori e chitarre in quantità massiccia), spaziando fra il garage rock più ruvido e il (pop-)rock d’autore, tenendo sempre a mente certi riferimenti del settore che non possono che far bene. Mancano quindi guizzi audacissimi, onde evitare imbarazzanti testacoda già capitati ai colleghi, ma c’è tanta consapevolezza, al servizio di un sound definito e compatto. Una sorta di manuale del rock d’autore in cui tutto risulta ragionato, calibrato. Più che vecchio, diremmo maturo, adulto; più che noioso, ponderato. Ed è qui la forza de “L’anticristo”, nel non scadere quasi mai nella boriosità, nel riciclato.

Merito di un sound che è un muro di chitarre e sintetizzatori, ma che non perde comunque quell’agilità tipica del Ruggeri solista e che, nella sua forza d’urto, trova la sua legittimazione, più che una sottile copertura a eventuali carenze di ispirazione. L’anticristo è la migliore apertura auspicabile in questo senso, col suo rock maturo di assoluto impatto, Lettera dal Duca rivela una melodiosità beatlesiana, mentre My acid queen risente della tarda new wave italiana ed è soprattutto una prova vocale impressionante di Ruggeri, che ancora, al contrario di molti suoi colleghi, sembra non aver perso lo smalto.

Vero è che talvolta “L’anticristo”, nel suo essere adulto, si incarta in modelli troppo classicheggianti (il barocchismo trascurabile di Sally, go round!), mentre altre volte sembra viaggiare un po’ col pilota automatico (La città fantasma, davvero troppo già sentita col Ruggeri solista, e Lo sconosciuto), ma spesso i Decibel ci lasciano per le mani paesaggi davvero interessanti. Su tutti, l’unicum di Buonanotte, che smorza un po’ i toni con un notevole assolo di tromba finale, e la ballata de La Belle Époque.

Il resto lo fa la ritrovata verve pungente dei testi. Baby Jane, tutta WhatsApp e selfie, sembra quasi un pezzo dei Baustelle, ma Ruggeri non ha (e non vuole avere) il lirismo della penna di Bianconi. Si tratta piuttosto di sferzate ampie e concrete, semplici ed intelligenti, pungenti e mai banali, fra cui la bella 15 minuti, con citazione di Warhol, la già citata  L’anticristo e la scheggia de Il sacro fuoco degli dei.

A pensarci bene, dicevamo, i Decibel non avevano proprio nulla da guadagnare da questa reunion e “L’anticristo” è la prova lampante di quanto la band milanese abbia ancora veramente più di qualcosa di interessante da dire. E di quanto alla musica italiana, in questi anni, fosse mancato un certo rock d’autore.

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