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Suuns – Felt

2018 - Secretly Canadian
krautrock

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Tracklist

1. Look No Further
2. X-ALT
3. Watch You, Watch Me
4. Baseline
5. After The Fall
6. Control
7. Make It Real
8. Daydream
9. Peace And Love
10. Moonbeams
11. Materials


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Nuovo capitolo nella discografia dei Suuns, band canadese che si è fatta apprezzare nell’ultimo decennio con i suoi lavori dove elettronica, psichedelia e rock alternativo si fondono per creare ambientazioni, per lo più cupe, dove è facile perdersi. Ipnotici, grazie al loro modo ossessivo di comporre la musica in loop, sono riusciti a creare un loro personale stile che ha trovato molti consensi nella critica. “Felt” é un album che prosegue nel solco tracciato dai precedenti lavori, ma l’esperienza accumulata si sente, si tratta di un lavoro più maturo, bilanciato ed elegante, probabilmente il migliore.

È un rassicurante sample di campane da chiesa sovrapposto ad un riff di chitarra distorte, che ci introduce nel mondo di “Felt”, restituendoci sin da subito gli elementi caratterizzanti della musica dei Suuns. Nella successiva X Alt una cassa in quattro spinge forte, la sensazione di angoscia opprimente cresce generata da un cantato monocorde, artefatto per divenire il più possibile asettico, alieno. Ma è il sax il vero protagonista, che nella seconda metà  introduce un ulteriore elemento distonico, un cameo che impreziosisce il brano e ci fa comprendere che nulla è stato lasciato al caso.

Ancora batterie sovrapposte dal ritmo frenetico in Watch You -Watch Me, una base su cui poggia un cantato completamente elaborato al vocoder, che trasforma la voce in un synth ipnotico e distorto. Vero momento clou del brano, scelto come singolo, è il synth finale che realizza un assolo assurdo, surreale, che sembra distaccarsi da ogni melodia per poi improvvisamente tornare dentro il brano, superbo.

Più morbida Baseline, strumenti non torturati da elettroniche e voce pulita riportano i battiti cardiaci a ritmi più sostenibili. Morbida ma non inquieta, i pattern di synth si sovrappongono tra loro per sovrastare lentamente il morbido basso portante iniziale, per poi lentamente scemare sul finale. Suoni industrial in After The Fall sono alla base del brano, dove una batteria ridotta all’ essenziale fa da supporto ad un basso che, prepotente, pretende il suo spazio facendo vibrare lo stomaco dell’ascoltatore, mentre l’animo viene turbato dagli aggressivi campionamenti di chitarra.

Un cantato sussurrato ha il compito di alleggerire l’atmosfera cupa in Control, ma il sample dei discorsi di Trump, e l’atmosfera generale del brano immediatamente ci riportano nell’oscuro mondo del quartetto canadese, specchio di un mondo reale non distante da quello creato nella loro musica. La successiva Make It Real è la canzone più aperta dell’album, brano dallo schema più lineare, con suoni scelti con grande maestria rimane perfettamente inserita nel contesto generale. Un brano bellissimo.

Il ritmo ossessivo di Daydream ci riporta senza preavviso alla realtà di “Felt”, la voce è nuovamente tormentata da effetti sovrapposti, e l’intera base è una pasta sonora realizzata con la sovrapposizione di sample dissonanti, probabilmente il brano più complesso da ascoltare. Il successivo ’baby don’t leave me’ di Peace And Love è un vero toccasana per le orecchie e lo spirito tormentato dal precedente brano.

Moonbeans sembra una canzone più tradizionale, ritroviamo anche il sax che disegna ambientazioni urbane che sembrano uscite direttamente da Blade Runner”, salvo poi trasformarsi in un climax distorto di suoni, casse in quattro e loop ossessivi, come per mantenere l’ascoltatore su un filo sospeso tra sentimenti altalenanti. La canzone finale, Materials, è un altro viaggio dentro un realtà sospesa fra i suoni accattivanti della base musicale e la voce che disegna una melodia lontana e dissociata, dove tutto trova una incredibile armonia, un equilibrio precario che trasmette la forte sensazione di incertezza propria dei nostri giorni.

Un album complesso, angosciante, visionario. Una prova di grande maturità della band che ricerca, e trova, nelle dissonanze melodie che disegnano mondi inquieti e onirici dove è bello perdersi.

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