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Holiday Inn – Torbido

2018 - Maple Death Records / Avant!
synth punk

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Tracklist

1. She
2. Dirty Town
3. The Closer I Get
4. I Don’t Want To Die (I’m Going To Kill You)
5. Black Sun
6. Feel Free! (feat. D.a.P.)
7. ?They Wanted It
8. No Speaking
9. Torbido


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Di solito lascio sempre parlare le persone che vogliono spiegarmi una strada. Trovo il saper descrivere il territorio (urbano ma anche non) che ci circonda un tratto fondamentale per distinguere una persona sensibile ed intelligente dalle altre. Per quanto riguarda altri discorsi, come per esempio quelli legati al cibo, invece, tendo a distrarmi spesso e a interrompere il mio interlocutore. Su certi argomenti mi sento egoista e non mi affascinano, non riesco a trovarne spunti, sebbene adori cucinare. Il discorso per il punk in Italia è pressoché lo stesso, in quanto sono ormai fermamente convinto che pochi gruppi in Italia abbiano ben chiaro cosa sia necessario ascoltare e cosa, invece, rimanga superfluo. Tra questi ci sono sicuramente gli Holiday Inn.

Gli Holiday Inn ascoltano assiduamente ciò che permette loro di scrivere un disco come “Torbido“, appena uscito per Maple Death Records e Avant!, e ne fanno un tesoro inestimabile. Dopo lo split su 7” con gli Hallelujah! e un altro paio di uscite “brevi”, ecco il loro primo album full-length. Non mi stancherò mai di sostenerne l’eclettismo e la padronanza culturale per poter proporre, nel 2018, un album indipendente come questo “Torbido“. Il duo romano esorta una musica elettronica mutuata in punk, fatta di effetti sonori che si dileguano ma allo stesso tempo capace di una manodopera pesante quando c’è da sostenere un intero susseguirsi di intuizioni. “Torbido è capace di coniugare atmosfere tribali e nottate insonni berlinesi, vigorosità elettronica e speranze new-wave, senza dimenticare di essere minimali (The Closer I Get) o romantici (Black Sun). She e Feel Free! Affondano palesemente le loro radici nel background 31G e Dirty Town, forse il pezzo più “ballabile” del disco, è un lineare omaggio al rock’n’roll.

La scena punk italiana ha bisogno di gruppi così. Ha bisogno di realtà capaci di smuovere un giudizio, capaci di apparire antipatiche, complicate e irrazionali. Se quindici anni fa c’erano i To The Ansaphone, oggi ci sono gli Holday Inn, a riportarci alla dimensione dimensione onirica del seguire la musica.  Analogie che stridono, elementi che illudono e subito dopo ti riportano alla mera realtà: il primo disco degli Holiday Inn è anche questo, è un macrocosmo sinottico fatto di accorgimenti tecnici e sintetici ma anche di violenza e danze sfrenate, che non lascia molto tempo per riflettere ma che arriva a toccare e nostre più recondite maliziosità.

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